«Accogliamo con piacere l'iniziativa di Russia e Turchia per un cessate il fuoco» ma la condizione è che Haftar si «ritiri». Dopo tre giorni di...
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Libia, Di Maio su Fb: «Invettive gratuite contro il governo»
È stato proprio Conte a far riferimento all'incontro che ha spinto Serraj mercoledì scorso a saltare la tappa italiana. «Ho rappresentato con forza ad Haftar» la posizione dell'Italia «che lavora per la pace» e gli ho espresso «tutta la mia costernazione per l'attacco all'accademia militare di Tripoli», ha assicurato. Un messaggio al generale, proprio mentre Conte e Sarraj si stavano incontrando a palazzo Chigi, lo ha lanciato da Mosca anche il suo grande sponsor, il leader russo Vladimir Putin, dopo aver incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel. «Conto molto - ha detto - che a mezzanotte, come abbiamo esortato con Erdogan, le parti in contrasto cesseranno il fuoco e smetteranno le ostilità: poi vorremmo tenere con loro ulteriori consultazioni».
Ed è proprio sui passaggi successivi alla tregua che la comunità internazionale ha non pochi dubbi.
L'impegno dell'Italia punta infatti ad una rapida realizzazione del summit, aperto a tutte le parti, per il quale, secondo Sarraj, l'ostacolo è sempre lo stesso: Haftar. Ma il lungo faccia a faccia 'riparatorè tra Conte e Sarraj (tre ore, forse non a caso esattamente come quello con il generale) è servito anche per fugare una serie di sospetti su un possibile voltafaccia italiano e ribadire la posizione «lineare e coerente» tenuta fino ad oggi. «L'Italia - ha assicurato il premier - ha sempre lavorato per una soluzione politica, per contrastare l'opzione militare, ritenendo quella politica l'unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste».
Un messaggio chiaro anche per i paesi che giocano la partita libica su più di piano. E una rassicurazione a Sarraj, che ha voluto suggellare 'in chiarò la pace fatta, durante la sua dichiarazione: «Ho avuto modo di apprezzare - ha detto - il ruolo dell'Italia in questo dossier». Ma un messaggio il premier lo ha voluto lanciare anche in chiave interna, sottolineando che sulla Libia si lavora in «costante coordinamento» con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Che proprio in mattinata aveva parlato di «invettive gratuite contro il Governo» per il presunto «scarso ruolo a livello internazionale dell'Italia». Ora, ha detto dopo l'incontro Conte-Sarraj, «c'è chi si dovrà ricredere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero