Un terzo della frutta e verdura italiane presenta tracce di pesticidi, anche se entro i limiti di legge: gli altri due terzi non ne presentano. Solo l'1,3% dell'ortofrutta...
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Nel confronto tra i campioni esteri e italiani, quelli a presentare più irregolarità e residui sono quelli esteri: sono irregolari infatti il 3,9% dei campioni esteri rispetto allo 0,5% di quelli nazionali, e presenta almeno un residuo il 33% dei campioni di provenienza estera rispetto al 28% di quelli italiani. In particolare, il record è di un campione di peperone di provenienza cinese con 25 residui. Al secondo posto c'è un campione di pepe, proveniente dal Vietnam, con 12 residui, seguito da una pomacea prodotta in Colombia con 15 residui diversi.
«Stop Pesticidi» di Legambiente si basa sui risultati degli esami svolti nel 2017 nei laboratori pubblici su 9.939 campioni di alimenti. Il rapporto racconta come il 61% risulti regolare e privo di residui di pesticidi. I campioni fuorilegge sono solo l'1,3% del totale, ma il 34% presenta uno o più residui, anche se sotto i limiti di legge. L'ortofrutta prodotta in Italia è molto più in regola di quella proveniente dall'estero. È risultato fuorilegge solo lo 0,5% dei campioni di origine italiana, contro il 3,9% di quelli di origine estera. Ma il problema, scrive Legambiente, è che in molti prodotti si trovano residui di più sostanze (multiresiduo). Se nessuna di queste sostanze singolarmente supera i limiti di legge, per la legislazione europea il prodotto è a norma. Ma, si legge nel rapporto, «è noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell'organismo umano».
La frutta è la categoria dove si trovano più residui. È privo di tracce di pesticidi solo il 36% dei campioni analizzati, mentre l'1,7% è irregolare e oltre il 60%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più residui chimici. Per la verdura, il 64% dei campioni risulta senza alcun residuo. Tuttavia si riscontrano significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti, come l'8% di peperoni, il 5% degli ortaggi da fusto e oltre il 2% dei legumi, rispetto alla media degli irregolari per gli ortaggi (1,8%).
Le sostanze più presenti nei campioni analizzati sono, nell'ordine: il boscalid, il chlorpyrifos e il fludioxonil.
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Il Messaggero