Dieci anni dopo il sisma metà del centro storico dell'Aquila è ancora un cantiere; le frazioni, a partire da Onna, aspettano la fine del lungo percorso della...
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FRENATA
Cosa è successo all'Aquila? Perché si è passati dalla velocità di realizzazione dei quartieri delle new town - che sono lontani dalla perfezione, ma hanno evitato che L'Aquila morisse - alla lentezza esasperante del recupero del centro storico? In parte c'entra il desiderio, anche legittimo, della classe dirigente locale di gestire la ricostruzione, in parte anche l'ordine di grandezza della distruzione con cui si aveva a che fare. Tra inchieste giudiziarie, intercettazioni, veleni, accuse per una guida da monarca assoluto, la gestione commissariale di Bertolaso termina il 29 gennaio 2010, gli amministratori locali vogliono contare e si punta anche a fare lavorare le imprese del posto. Tutto giusto in teoria, ma la rete di regole, per quanto necessarie, diventa una zavorra quando si tratta di ricostruire un centro storico in cui vivevano 7.500 residenti e 9.000 studenti; e l'obiettivo di ricostruire il centro esattamente com'era prima del sisma del 6 aprile 2009 appare giusto e comprensibile, ma forse inutilmente ambizioso, perché vi erano alcuni edifici pubblici degli anni Sessanta e Settanta che si poteva ripensare.
FUTURO
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio (FdI): «Sono convinto che una gestione commissariale più lunga sarebbe stata più utile, avrebbe messo sul binario giusto l'operazione. Oggi invece si combatte ancora con procedure troppo complicate: penso ad esempio al fatto che anche i privati debbano fare gare per assegnare i lavori in caso di utilizzo dei fondi pubblici; e poi manca il personale negli uffici, in una fase straordinaria come quella della ricostruzione dopo un terremoto di quelle proporzioni servono uomini e risorse, servono assunzioni e professionalità». Chissà, forse a metà degli anni Venti le new town si saranno svuotate e bisognerà pensare a un utilizzo diverso, come le residenze degli studenti.
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Il Messaggero