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GODEGA DI SANT’URBANO - «Ragazzi è tardi, sono stanca. Ci vediamo domani». Poche parole per salutare i quattro amici con cui aveva passato la serata non sapendo che sarebbero state le ultime che avrebbe rivolto loro. Alice si è salvata per miracolo. Nella Volkswagen Polo condotta da Daniele Ortolan ci doveva essere anche lei, per andare a mangiare un panino al Burger King. Ma su quell’auto, poco prima delle 2 di notte di sabato scorso, invece non ci è salita. Non ha avuto alcun presentimento, nessun presagio. Era davvero stanca e ha preferito andare a casa. Non si è nemmeno fatta accompagnare: «Vado a piedi, abito qui dietro». Non poteva immaginare che di lì a poco i suoi quattro amici avrebbero perso la vita in un incidente che ha scosso tutta la Marca, e non solo.
IL PARTICOLARE
Il dettaglio emerge dalle indagini portate avanti dagli inquirenti. Per ricostruire la serata passata da Daniele Ortolan, Daniele De Re, Marco Da Re e Xhuliano Kellici gli investigatori hanno parlato con le famiglie, gli amici, gli avventori del locale in cui erano stati i quattro giovanissimi prima dell’ultimo viaggio in via Cordignano.
LE VOCI
«Sono andato a dormire che avevo quattro grandi amici. Per loro mi sarei gettato nel fuoco e loro avrebbero fatto lo stesso per me. Scommettevo ogni giorno su di loro. E ogni giorno me li trovavo a fianco. Mi sono svegliato che non c’erano più. Morti tutti e quattro. Sono impietrito dal dolore. Non ci credo ancora». Omar, coetaneo di Daniele Ortolan, Daniele De Re, Xhuliano Kellici e Marco Da Re ieri mattina era seduto nella curva maledetta dove i suoi amici si sono schiantati sabato notte. Nell’altra sponda del fosso, accanto a un mazzo di fiori e ai lumini deposti nel luogo della tragedia. Lo sguardo perso nel vuoto. Gli occhi asciutti, ma lo sguardo che vaga in un nulla liquido. «Mi ha telefonato un mio amico domenica mattina per darmi la notizia e ho creduto ad uno scherzo. Non poteva essere vero. Invece, era terribilmente vero. Non c’è più nessuno». Omar ricorda. Sembra impossibile che un ragazzino abbia tanti ricordi. Invece, li sciorina uno a uno. «Daniele De Re era mio amico da quando eravamo bambini. Poi siamo cresciuti. Compagnie diverse, ma loro quattro e io ci trovavamo sempre in centro. Solito bar, quattro chiacchiere e la decisione di trascorrere le serate, soprattutto d’estate, tra una festa o un panino al Mc Donald’s. Parlavamo di sport, di come ci era andata la giornata e di cosa avremmo fatto il fine settimana. Senza di loro mi sento senza bussola, senza punti di riferimento». E il parroco di Godega, don Celestino Mattiuz lancia un appello: «Chi deve assumere provvedimenti per prevenire queste stragi, lo faccia. Mettiamo in sicurezza le strade pericolose prima che succeda un altro incidente mortale, altri lutti e altre croci. In quella stessa strada ricordo che nel 2019 erano morti altri due giovani». Don Mattiuz lancia, però, un monito anche ai giovani: «Pensate al domani e non vivete solo l’oggi. Custodite la vita e pensate alle vostre famiglie».
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Il Messaggero