MILANO «Vogliamo giustizia, le conclusioni della procura non ci soddisfano. La nostra consulenza tecnica dice che se la tempistica della diagnosi fosse stata diversa si...
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Per la procura si tratta di una morte per cause naturale, di diverso avviso invece la famiglia della vittima. I legali della famiglia, che lo scorso dicembre hanno presentato una consulenza tecnica, ritengono insufficienti gli elementi raccolti sia sulle cause del decesso - legata all'aplasia midollare - che su eventuali colpe mediche. «I familiari hanno preso atto che le indagini hanno escluso l'omicidio volontario, ma vogliono sapere perché una ragazza di 34 anni è morta e non è stata salvata. La nostra consulenza dimostra che si può continuare l'indagine», su eventuali colpe mediche, conclude il legale Mazzali. Nell'istanza di opposizione gli avvocati hanno chiesto al gip Alessandra Cecchelli che venga disposta una serie di nuove «valutazioni peritali», non solo sulle presunte responsabilità dei medici nelle terapie, a loro dire, sbagliate e sulla diagnosi non tempestiva, ma anche sulla «presenza contemporanea di tanti elementi tossici» nel corpo della giovane «in dosi così elevate». Dopo la discussione in udienza, il gip si è riservato e nei prossimi giorni dovrà decidere se archiviare il fascicolo come chiedono i pm, oppure disporre nuovi accertamenti, come vuole la famiglia di Fadil, o l'imputazione coatta (nel fascicolo per omicidio volontario non ci sono indagati). LA CONSULENZA
I funerali di Imane si sono svolti lo scorso inverno a Cormano, nell’hinterland milanese, dopo la richiesta di archiviazione da partte della procura. «La consulenza ha dato una risposta certa sulla malattia, ma non è assolutamente possibile capire la causa che l'ha generata», ha spiegato il procuratore Francesco Greco durante la conferenza stampa.
Il Messaggero