Ex Ilva, i sindacati: incendio al reparto due, fiamme altissime all'ArcelorMittal

Incendio all'ArcelorMittal, l'ex Ilva di Taranto. Col fiato sospeso sul futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto dopo l'addio formalizzato dalla...

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Incendio all'ArcelorMittal, l'ex Ilva di TarantoCol fiato sospeso sul futuro dello stabilimento ex Ilva di Taranto dopo l'addio formalizzato dalla multinazionale ArcelorMittal, gli operai del siderurgico hanno dovuto affrontare anche un incidente che ha provocato «fiamme altissime» che hanno quasi raggiunto i tubi del gas all'interno della 'Acciaieria 2'. L'episodio, denunciato da Fim, Fiom e Uilm, è stato determinato da una colata di acciaio fuoriuscita da una caldaia ('siviera') bucata, e «solo l'intervento dei vigili del fuoco ha evitato il peggio». Secondo i sindacati questo incidente «ha fatto emergere la completa assenza della distribuzione d'acqua della linea d'emergenza», e la necessità di «una seria manutenzione sino ad oggi solo annunciata». I rischi per gli operai, secondo l'Usb, riguardano anche il piano di calpestio del nastro che trasporta i minerali, tra le sostanze più temute da chi abita a ridosso della fabbrica, perché col vento forte finiscono dentro le abitazioni. «L'accumulo di minerali sul piano di calpestio situato sotto il tamburo di rinvio del nastro trasportatore 'MP/2' dell'area parchi minerali - denuncia l'Unione sindacale di base - sovraccarica la struttura con la possibilità di determinare un cedimento».


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Così come è «avvenuto nei giorni scorsi», afferma il sindacato, «nell'area 'AGL/2'» dove è crollato «un piano di calpestio afflitto da sovraccarico strutturale». La sicurezza dentro e fuori la fabbrica, con le malattie addebitate all'inquinamento industriale a Taranto, continuano a porre interrogativi e a volte a dividere la popolazione su cosa sia meglio per la città: un futuro con l'acciaieria, e quindi con un lavoro per tutti; oppure una vita senza i fumi di un'industria che hanno sempre fatto paura. Ancora una volta ieri le mamme del Tamburi, il quartiere ridosso del siderurgico, hanno manifestato per chiedere la chiusura dello stabilimento e una «Taranto libera dai veleni». Intanto, mentre il governo lavora a una soluzione che possa far restare ArcelorMittal a Taranto, valutando anche il reintegro dello scudo penale purché non ci siano i cinquemila esuberi necessari secondo la multinazionale per andare avanti, l'Usb ha proclamato lo sciopero generale per venerdì 29 novembre, con una manifestazione nazionale a Taranto. «Si vuole costringere una città a piangere altri morti e a continuare a sopportare i fumi e le polveri omicide dell'ex Ilva - afferma il sindacato - pur di salvaguardare l'occupazione, e nemmeno tutta». La Fiom Cgil di Taranto, invece, ha chiesto un incontro urgente all'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, sugli «attuali e futuri assetti produttivi» e in particolare sull'annunciato progressivo stop degli impianti.

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Il Messaggero