Napoli, in nero nella ditta per le griffe: arriva il contratto

Lieto fine a Melito per i dipendenti della ditta che lavora per le griffe. Gli operai "in nero" hanno firmato un contratto. Sono stati tutti regolarizzati a...

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Lieto fine a Melito per i dipendenti della ditta che lavora per le griffe. Gli operai "in nero" hanno firmato un contratto. Sono stati tutti regolarizzati a tempo indeterminato i 43 operai "in nero" che i carabinieri del Nil e del Nas trovarono chiusi nel caveau di una fabbrica di borse e di articoli di pelletteria nel comune dell'hinterland a nord di Napoli. Ad annunciare le assunzioni, che riguardano anche gli altri 14 scoperti dai militari fuori dal caveau, quindi 57 in tutto, è stato l'avvocato Rosario Pagliuca, difensore dell'imprenditore Vincenzo Capezzuto, 42 anni, legale rappresentante della Moreno srl, la società che gestisce l'azienda.


«Come da impegno preso innanzi al gip nel corso dell'interrogatorio di garanzia - ha fatto sapere il legale attraverso una nota - il signor Capezzuto ha assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato tutti gli operai in nero ed è ora pronto a ripartire, una volta dissequestrato definitivamente l'opificio». E per la dirigenza è questa, ora, la priorità: rimettere in moto la fornitura di borse per le importanti griffe di moda internazionali con le quali la Moreno srl lavora e che la vicenda venuta alla luce lo scorso 16 novembre ha messo a rischio. Dal giorno dell'ispezione, il legale rappresentante della Moreno srl è agli arresti domiciliari, tra l'altro con la pesante accusa di sequestro di persona. La sua posizione sarà al vaglio dei giudici del Tribunale del Riesame di Napoli il prossimo 4 dicembre (ottava sezione, collegio A). Intanto l'avvocato Pagliuca ha ottenuto, dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord titolare dell'indagine, il dissequestro temporaneo dell'azienda con il quale sarà possibile eseguire il sopralluogo della durata di otto ore di una squadra di tecnici che poi si dovrà occupare anche di rimettere in regola la fabbrica. Verrà stilata quindi una tabella di marcia, con gli interventi finalizzati ad ottemperare alle richieste formulate dai carabinieri al termine dei controlli eseguiti quasi due settimane fa riguardanti, prevalentemente, questioni di sicurezza sul luogo di lavoro, come la corretta indicazione dei percorsi sul pavimento e sulle porte dei bagni, i rifornimenti di materiale sanitario per gli armadietti di primo soccorso, e altro.


«Al momento sulla Moreno srl di Capezzuto pendono due condizioni ostative all'apertura - spiega l'avvocato Rosario Pagliuca - la prima è di carattere amministrativo, che ha già trovato soluzione grazie all'assunzione di tutti i lavoratori non contrattualizzati. Resta il sequestro penale dell'opificio che saneremo provvedendo a colmare le inadempienze rilevate dai carabinieri del Nil e del Nas. L'obiettivo è riaprire subito e riprendere l'attività. Infine pende sulla società una ingente multa dell'Inps legata alle irregolari posizioni pregresse dei lavoratori. Saneremo anche quella, in maniera dilazionata».

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Il Messaggero