Gay Pride, il 6 giugno parte l'Onda: due mesi di cortei per l'Italia

La campagna dell'Onda Pride
Quindici appuntamenti per reclamare pari diritti. Quindici date, in altrettante città, per portare in strada le rivendicazioni della comunità omosessuale. Torna anche...

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Quindici appuntamenti per reclamare pari diritti. Quindici date, in altrettante città, per portare in strada le rivendicazioni della comunità omosessuale. Torna anche quest'anno l'Onda Pride, la grande mobilitazione dell'orgoglio Glbt che chiede, ancora una volta, pari diritti per le persone gay, lesbiche e transgender. “It's Human Pride”, lo slogan scelto per unire le quindici tappe di questa ondata di protesta (anche festosa), che partirà ufficialmente il 6 giugno da Verona, Pavia e Benevento, fino ad arrivare a Reggio Calabria il 1° agosto, dopo aver attraversato tutto il Paese: il 27 giugno a Torino, Milano, Bologna, Perugia, Palermo, Cagliari, il 4 luglio a Foggia, Genova e Catania, l'11 luglio a Napoli.




A Roma si sfilerà sabato 13 giugno: da piazza della Repubblica raggiungerà, a partire dalle 16.30, piazza della Madonna di Loreto, passando per il Colosseo. Dal 17 al 12 giugno, invece, sarà allestito un Pride Park presso Eutropia (Città dell'Altraeconomia). Dalle 18 fino a mezzanotte, si alterneranno dibattiti sulle questioni Glbt, con relatori e ospiti del mondo istituzionale, sociale e culturale, esibizioni musicali e spettacoli teatrali e di intrattenimento, tra stand delle associazioni, punti ristoro e area fitness.



«Scendendo in piazza, sollevando lungo tutto il Paese l’onda dell’orgoglio - si legge nel documento politico sottoscritto dai 15 comitati territoriali che hanno organizzato le manifestazioni - prendiamo parola per rivendicare il diritto a una piena cittadinanza in Italia per le persone gay, lesbiche, transgender, bisessuali, queer, intersessuali. Servono leggi che parlino di uguaglianza, di laicità, di autodeterminazione. Servono azioni concrete di contrasto ai crimini e alle parole d’odio, alle discriminazioni, alla messa ai margini; servono una cultura delle differenze e una nuova educazione alle affettività; servono scuole inclusive e al sicuro dalle manipolazioni dei poteri forti, luoghi sani in cui investire sulle future generazioni di cittadini e cittadine; e servono politiche del lavoro che sappiano farsi carico della diversità e valorizzarla, anziché considerarla un ostacolo per l’accesso».



La campagna. Per la campagna “It's Human Pride” sono stati scelti volti di ragazzi e ragazze omosessuali ed eterosessuali, protagonisti anche di un video. Tutti intenti a gridare: il loro orgoglio di essere quello che sono alla luce del sole. Come Paolo, 51 anni, professione chef, Martina, 25 anni, attivista (ex studentessa Luiss a capo dell'associazione Glbt dell'ateneo) e poi il 22enne Christopher, studente e ginnasta e Ilaria, cantante e lesbica. «Pretendiamo un Paese più umano di questo – è il messaggio recitato da questi volti che urlano la discriminazione subita ancora dalle persone omosessuali - Un Paese senza discriminazione, senza odio, senza violenza. Un Paese in cui chiunque, di qualunque genere e orientamento sessuale, potrà scegliere, amare e vivere con pari opportunità, dignità e tutele. Un Paese che già ci spetta di diritto e nessuno deve concederci. In fondo è proprio questo il punto: che è una questione di diritti umani e non sappiamo più come dirlo. Per questo lo gridiamo. E lo grideremo in ogni parte d’Italia, così anche chi non vuole capirlo dovrà starci a sentire. Da nord a sud scenderemo in piazza per gridare il nostro orgoglio, e lo faremo pacificamente, perché è nella nostra natura: la natura umana».



«Sono molto contento che finalmente quest'anno, ancora più chiaramente dell'anno passato, l'Onda Pride sia unito da uno stesso slogan e campagna di comunicazione che trovo bellissimi - commenta Aurelio Mancuso, presidente di Equality - E' molto importante che proprio ora, ognuna e ognuno conservi la propria autonomia di giudizio e di pratiche politiche e culturali, ma in primo luogo metta al servizio la propria specificità per obiettivi comuni. Se sapremo coltivare l'unità e proclamare la forza del nostro amore, nessun odio di potrà ferire. In questo le gerarchie cattoliche sanno di aver perso non tanto in Irlanda, ma in tutto il mondo libero».



«I Pride che percorreranno tutta l'Italia, passando per 15 città, rappresentano un evento molto importante che mira a sensibilizzare la politica ed i cittadini, e che sarà l'occasione per parlare dei diritti per le persone lesbiche gay e trans - fa notare Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center - In particolare, finalmente si parla di unioni civili. Il dato è positivo, anche se la parità di diritti per noi è il matrimonio. Ma non vorremmo che le unioni fossero un ennesimo spot pre elettorale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero