Ma è mai possibile offendersi per un centenario, e pure un centenario molto importante, perché è quello in ricordo di un passaggio politicamente e...
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Statua D'Annunzio a Trieste, protesta la Croazia. Dipiazza: «Polemiche incredibili»
Per di più, la Croazia s'è arrabbiata per una scena che non è accaduta da loro ma da noi, a Trieste. Dove è stata inaugurata ieri una statua - in Italia ce ne stanno svariate - a D'Annunzio. Oggi Fiume è croata, si chiama Rieka, e l'inaugurazione del monumento triestino è stato giudicato oltre confine un omaggio a un'invasione e a un'«occupazione». La scultura, scoperta ieri in piazza della Borsa, è opera dell'artista Alessandro Verdi e raffigura il poeta pescarese a gambe accavallate seduto su di una panchina mentre è assorto nella lettura. Un'opera fortemente voluta dalla Giunta di centrodestra guidata da Roberto Dipiazza, e che fin dalla proposta aveva suscitato dure reazioni politiche da sinistra. Ora, il Ministero degli Esteri della Croazia arriva a parlare di un atto «che contribuisce a turbare i rapporti di amicizia e di buon vicinato tra i due Paesi». Per la presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarovic, i rapporti con Roma «si fondano oggi su valori in totale contrasto con tutto quello che ha fatto colui al quale è stata dedicata la scandalosa statua della discordia». Ed è così alto il livello della polemica. Che ecco un altro episodio che la descrive. Da Pescara, città natale del Vate, è partito un aereo con a bordo alcuni attivisti di un circolo culturale per andare a Fiume a rievocare l'impresa del 19. Volo autorizzato, ma prima dell'atterraggio via radio da Fiume è partito l'avvertimento: «Andate via sennò vi facciamo catturare dai nostri velivoli militari». Invece altri due aerei, dannunziani, sono partiti da Casale Monferrato e da Barcellona, li hanno fatti atterrare ma c'è il divieto di scendere.
I VIALI, LE SCUOLE
Il fatto è che i croati vedono D'Annunzio come un «fascista». E invece fu un Immaginifico, altra definizione che lo riguarda. Cercare di incasellarlo rispetto ai valori europei - «Era in contrasto con quelli che sono i valori del nostro continente», dice il governo croato - è un'operazione banale su un personaggio così ancora da tutto da capire davvero, e infatti anche per questo rappresenta un nervo scoperto. Come si evince dalle polemiche in corso.
«Tutta l'Italia è piena di viali e scuole dedicate a D'Annunzio», cerca di gettare acqua sul fuoco il sindaco di Trieste. Si tratta - conferma Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Vittoriale e biografo di D'Annunzio - di polemiche create artificialmente: «Il Vate viene raffigurato nella statua quale uomo di pace e sta benissimo accanto a Svevo, Joyce e Saba nelle vie di Trieste». Da due anni, ricorda Guerri, «intrattengo rapporti amichevoli con i musei e l'amministrazione comunale di Fiume, e mi dispiace che le autorità croate abbiano preso come una provocazione l'inaugurazione della statua». Che invece è un'iniziativa che piace a Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia.
I croati si lamentano anche perché nel palazzo del governatorato, dove D'Annunzio s'installò a Fiume, è comparsa di notte la bandiera del Regno d'Italia. Qualcuno s'è inerpicato lassù e l'ha piazzata. A D'Annunzio avrebbe fatto piacere questo gesto dannunziano, ma D'Annunzio è infinitamente più grande e più complesso di ciò che lo sta riguardando.
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Il Messaggero