Francesco Pio Valda: «Sono innocente, non ho sparato io». Ma le scarpe «da mille euro» sono sparite

Il 20enne si sarebbe sbarazzato delle scarpe griffate: secondo gli inquirenti, dimostrerebbe la piena consapevolezza dell'omicidio accaduto sette giorni fa a Napoli

«Mi chiamo Francesco Pio perché sono vivo per miracolo. Mia madre fece un voto a Padre Pio, perché venne gravemente ferita da mio padre mentre era...

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«Mi chiamo Francesco Pio perché sono vivo per miracolo. Mia madre fece un voto a Padre Pio, perché venne gravemente ferita da mio padre mentre era incinta». Sono le parole di Francesco Pio Valda, il 20enne accusato dell'omicidio di Francesco Pio Maimone, a colloquio in carcere con il garante dei detenuti Samuele Ciambriello. Il giovane nella notte fra il 19 e il 20 marzo si trovava sul lungomare di Napoli e, secondo quanto ricostruito, avrebbe fatto fuoco dopo un diverbio scoppiato per futili motivi. 

Valda, accusato di omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose, al garante ha detto: «Mi dispiace per la morte di quel ragazzo, ma io sono innocente, perché avevo una pistola a salve, qualcun altro ha sparato colpi veri, non io. Ho fornito le indicazioni per ritrovare l’arma che usavo». 

 

Omicidio di Francesco Pio Maimone, il caso delle scarpe sparite 

In altre parole il 20enne, che fino ad ora si è avvalso della facoltà di non rispondere, sostiene di non aver premuto il grilletto della pistola che ha ucciso Maimone, in quanto lui non sarebbe stato in possesso di una vera arma. Una pista che non convince gli inquirenti. Chi indaga sostiene che Valda, subito dopo l'omicidio, si sarebbe sbarazzato della pistola (vera) e delle scarpe. Quelle firmate, quelle griffate, quelle che «costano mille euro», quelle che sono state sporcate da un tizio con cui ha litigato fino a trasformare Mergellina in un inferno.

La polizia non le ha trovate: sparite, come volatilizzate. È un indizio forte della condotta contestata a Valda, perché la scomparsa delle scarpe dimostrerebbe - nell’ottica degli inquirenti - la piena consapevolezza di quanto consumato sette giorni fa. Detto in modo più chiaro, Valda si sarebbe sbarazzato delle scarpe griffate, perché consapevole che le indagini avrebbero puntato a verificare i motivi scatenanti la rissa, dunque, l’omicidio. Valda - sempre nell’ottica di chi accusa - ha provato a giocare di anticipo, eliminando uno dei possibili riscontri esterni al racconto che nelle ore successive al delitto alcuni testimoni avevano fornito. 

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Il Messaggero