Ferrovie, a rischio il raddoppio della linea Roma-Pescara. «Ma i fondi ci sono»

Il ministro Salvini: «Troppe criticità sull’opera». D’Alfonso rilancia: «Basta veti: il progetto è valido»

Ferrovie, linea Roma-Pescara: raddoppio a rischio. «Ma i fondi ci sono»
Matteo Salvini lo aveva detto durante la recente audizione alla Camera sulla ricognizione delle opere strategiche inserite nel Prr: «Inutile nascondersi dietro un dito, sono...

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Matteo Salvini lo aveva detto durante la recente audizione alla Camera sulla ricognizione delle opere strategiche inserite nel Prr: «Inutile nascondersi dietro un dito, sono emerse molte criticità sulla fattibilità del raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara». Problemi tecnici, a quanto pare, relativi alle numerose osservazioni arrivate dai comuni interessati dal nuovo tracciato, con conseguente innalzamento dei costi e difficoltà progettuali apparse di difficile soluzione. Così il progetto di un’opera strategica per il territorio nazionale, inserita nel Pnrr con una previsione di spesa che supera abbondantemente i 6 miliardi di euro, torna momentaneamente nel cassetto. E restano i treni da vecchio West ad arrancare a fatica sulle pendici tra Lazio e Abruzzo, per coprire in più di 3 ore e mezza la tratta Pescara-Roma contro le 2 ore della nuova linea ferroviaria. 

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LE CARTE

C’è però chi non ci sta e invita il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a riguardare bene le carte. Come il deputato del Pd Luciano D’Alfonso, ex governatore della Regione, oggi componente della commissione Finanze della Camera: «Per la Pescara-Roma ci sono le risorse, ci sono i progetti e i poteri straordinari per controdedurre alle osservazioni venute dal territorio. Non c’è bisogno di magheggi – insiste D’Alfonso - e vale anche per le urgenze della A24 e A25: per l’una e per l’altra infrastruttura serve una operazione verità». Il parlamentare pescarese rimanda alle leggi dello Stato sulle opere pubbliche. «Che sono chiare e implacabili – spiega – su adempimenti e inadempienze che non possono attendere oltre per evitare il rischio una morandizzazione (la tragedia di Genova) del territorio: facciamo in modo che non arrivino sorprese su ferrovie e autostrade». Due dossier che D’Alfonso ha seguito molto da vicino quando è toccato a lui (tra il 2014 e il 2018) guidare le sorti della Regione prima di Marco Marsilio, e sui quali teme adesso un gioco politico: «Non vorrei che si aprissero pozzanghere per proporsi poi come la soluzione del problema». Lo stesso Marsilio ha ammesso nelle ultime ore di avere avuto una interlocuzione con il Mit dove sono state confermate le criticità segnalate da Salvini sul progetto della Roma-Pescara.

LA LETTURA

D’Alfonso rimanda però il ministro a una lettura più approfondita delle carte, che conduce a due sigle: l’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali), istituita nel 2019 dopo il crollo del ponte Morandi, e l’Ainof, l’archivio informatico nazionale delle opere pubbliche. «Dove – spiega ancora il parlamentare dem – è riportata anche la condizione delle opere realizzate in Abruzzo 50 anni fa, con gallerie e viadotti che hanno esaurito la vita tecnica». Dunque, non solo una linea ferroviaria ottocentesca, ma le due autostrade di collegamento con il Lazio (A24 e A25) che da anni attendono la messa in sicurezza antisismica e che venga messo il punto sull’attuale contenzioso legale e amministrativo che vede protagonisti la concessionaria Strada dei parchi, il ministero e l’Anas. Contenzioso che si trascina ormai da tredici anni, sul quale D’Alfonso annuncia «una soluzione vicina».

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Il Messaggero