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Matteo Salvini lo aveva detto durante la recente audizione alla Camera sulla ricognizione delle opere strategiche inserite nel Prr: «Inutile nascondersi dietro un dito, sono emerse molte criticità sulla fattibilità del raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara». Problemi tecnici, a quanto pare, relativi alle numerose osservazioni arrivate dai comuni interessati dal nuovo tracciato, con conseguente innalzamento dei costi e difficoltà progettuali apparse di difficile soluzione. Così il progetto di un’opera strategica per il territorio nazionale, inserita nel Pnrr con una previsione di spesa che supera abbondantemente i 6 miliardi di euro, torna momentaneamente nel cassetto. E restano i treni da vecchio West ad arrancare a fatica sulle pendici tra Lazio e Abruzzo, per coprire in più di 3 ore e mezza la tratta Pescara-Roma contro le 2 ore della nuova linea ferroviaria.
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LE CARTE
C’è però chi non ci sta e invita il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a riguardare bene le carte.
LA LETTURA
D’Alfonso rimanda però il ministro a una lettura più approfondita delle carte, che conduce a due sigle: l’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali), istituita nel 2019 dopo il crollo del ponte Morandi, e l’Ainof, l’archivio informatico nazionale delle opere pubbliche. «Dove – spiega ancora il parlamentare dem – è riportata anche la condizione delle opere realizzate in Abruzzo 50 anni fa, con gallerie e viadotti che hanno esaurito la vita tecnica». Dunque, non solo una linea ferroviaria ottocentesca, ma le due autostrade di collegamento con il Lazio (A24 e A25) che da anni attendono la messa in sicurezza antisismica e che venga messo il punto sull’attuale contenzioso legale e amministrativo che vede protagonisti la concessionaria Strada dei parchi, il ministero e l’Anas. Contenzioso che si trascina ormai da tredici anni, sul quale D’Alfonso annuncia «una soluzione vicina».
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