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Le conversazioni – anche al telefono – fatte a voce alta. I teli, i gonfiabili, le borse che invadono lo spazio dei vicini. La partita di pallone improvvisata dai bambini sulla battigia, che finisce immancabilmente per fare “rete” tra sdraio e lettini di chi riposa. Sono tanti gli “errori” – e i motivi di lite – tra gli ombrelloni.
E sì, perché anche la spiaggia ha il suo galateo, da rispettare rigorosamente, specie in questi giorni di grande affollamento. Si comincia da spazi e distanze. «L’ombrellone non deve diventare la succursale di una tenda da campeggio – dice Nicola Santini, maestro tv di galateo e autore di più libri sul tema – bisogna portare solo l’indispensabile: un asciugamano e semmai quello di ricambio, stessa cosa per il costume, poi una maglietta, una rivista, il telefonino. La misura è quella del bagaglio a mano».
I LIMITI
Il limite dello spazio occupabile è dato dall’ombrellone stesso. «Tutto quello che va oltre il suo perimetro va tenuto quantomeno sotto controllo».
AL BAR
Per un aperitivo in spiaggia, meglio abitino leggero per lei, senza tacchi, e per noi ragazzi, una polo sui pantaloni». Si può mangiare sotto l’ombrellone? «Sì, le regole sono quelle del picnic. Si mangiano cose piccole, da prendere con le mani o, al massimo, già porzionate e tagliate, consumabili con una posata».
Dal pranzo al relax. «Lo stabilimento si sceglie anche in base alle esigenze degli altri. Se in una struttura i bambini sono accettati ma l’area è progettata per far riposare gli ospiti, meglio privilegiarne un’altra che accoglie i piccoli con servizi ad hoc. I lettini non sono spazi per scambiarsi grandi effusioni.
LA CREMA
Spalmare la crema sulla pelle dovrebbe essere un’azione veloce, non un’esibizione di sensualità.E la doccia in spiaggia serve per togliere la salsedine, non per lavarsi con il sapone. La suoneria del telefonino va sostituita con la vibrazione e se una chiamata è lunga è bene appartarsi per non disturbare».
Tra i motivi di discussione, non di rado, la presenza di cani. «Io ne ho due di piccola taglia, li porto dove sono ammessi. Vado la mattina presto e al tramonto, mai nelle ore più calde. Non possono stare tutto il giorno sotto l’ombrellone».
Ultima e forse anche prima – buona – norma, il saluto. «Quando si incrocia qualcuno sulla passerella – conclude Santini - si fa sempre un cenno di saluto. Vale al mare la consuetudine della montagna».
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Il Messaggero