Parrucchieri ed estetisti: «Se non ci fanno riaprire rischiamo di chiudere per sempre»

Parrucchieri ed estetisti: «Se non ci fanno riaprire rischiamo di chiudere per sempre»
I primi a riprendere le forbici in mano dovrebbero essere i parrucchieri e i barbieri sardi: già dall’11 maggio i Comuni - secondo l’ordinanza regionale -...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I primi a riprendere le forbici in mano dovrebbero essere i parrucchieri e i barbieri sardi: già dall’11 maggio i Comuni - secondo l’ordinanza regionale - potrebbero dare l’ok alla riapertura di saloni e centri estetici se l’indice del contagio non supererà 0,5. Qualche giorno dopo li seguiranno i colleghi abruzzesi, serrande alzate dal 18 maggio, come ha deciso la Regione. Per tutti gli altri, al momento, la data al momento è quella del primo giugno, anche se Conte ha aperto alla possibilità di aperture anticipate. Tre mesi di stop, un lockdown prolungato rispetto alle altre attività che costerà molto caro. Tra il 25 e il 30 per cento delle imprese del settore rischia di non aprire, con tantissimi posti di lavoro perduti.


Parrucchieri e bar, ipotesi riaperture regionali il 18. Conte: «Negozi, valutiamo di anticipare le date»



«Nel settore estetica e acconciatura si contano 135mila imprese, per un totale di 260mila addetti. Si stima che il settore abbia già perso il 50 per cento del fatturato medio annuo», calcolano all’Unione Cna benessere e sanità. Difficile per le piccole attività sopravvivere a una crisi di queste dimensioni. Ecco che aumenta il pressing per chiedere al governo di anticipare le riaperture, almeno al 18 maggio. I nostri saloni sono sicuri, protestano parrucchieri ed estetisti, già rispettiamo tante norme di igiene e sicurezza. Con mascherine, guanti e distanze di un metro e mezzo, due tra i clienti possiamo già tornare a lavorare, è la richiesta. «Stiamo spingendo per ripartire dal 18 maggio, sanificando più spesso i locali, usando mascherine, guanti, cose che si facevano già — spiega Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia — ma che d’ora in avanti saranno intensificate. Si procederà solo su appuntamento, apertura 7 giorni su 7, con un orario prolungato di 18 ore per non lasciare a casa nessun lavoratore. E poi ovviamente distanza di due metri tra una persona e l’altra».

Roma fase 2, bar e parrucchieri, la Regione: «Niente aperture anticipate»

Perché spettare fino al primo giugno, con il rischio di aumentare il numero di chi non riuscirà ad aprire? «Se non ci saranno aiuti mirati e contributi a fondo perduto saranno tantissimi a non farcela - commenta Pina Parnofiello, coordinatrice nazionale
 di Confesercenti Immagine e benessere - chiediamo di anticipare la riapertura, la sospensioni delle tassi locali e degli affitti. Come fanno le imprese a pagare se non incassano? Siamo pronti alla flessibilità, già prima del lockdown in tanti lavoravano sia il sabato che la domenica. A patto di non alimentare una nuova forma di schiavitù».

Parrucchieri ed estetisti, ipotesi riaperture anticipate: flash-mob di protesta in tutta Italia

Chi ha rispettato le regole ha chiuso, ma in tanti hanno ignorato le disposizione del governo e hanno continuato a lavorare in nero. «Un 30 per cento, calcoliamo. Si sta estendendo una forma di abusivismo domiciliare - aggiunge Parnofiello - che annulla tutta la nostra battaglia contro il lavoro nero». L'incertezza non aiuta. «Ancora non abbiamo una data, quella del primo giugno non è riportata in nessun atto - spiegano all'Unione Cna benessere e sanità - le regole per aprire in sicurezza per clienti e dipendenti le abbiamo già. Con il protrarsi della chiusura le imprese accumulano debiti perché devono far fronte a costi fissi come affitti, utenze e contratti di fornitura che sono annuali. Per le piccole attività i costi fissi si aggirano dai 1.500 ai 2mila euro, per quelle più grandi intorno ai 5mila. In più molti non hanno ricevuto i contributi promessi». Il piano proposto per la riapertura anticipata, con orari prolungati? «É condivisibile, già c'è la libertà di aprire nel week-end e con turnazioni più lunghe. Bisogna considerare però cosa stabiliscono i singoli Comuni a riguardo».