Mentre Joaquín Guzmán “El Chapo” marcisce in una prigione di massima sicurezza in Colorado, la moglie glamour (ex reginetta di bellezza) Emma Aispuro...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
El Chapo condannato all'ergastolo: dovrà restituire 12,6 miliardi di dollari
Tra il 2002 e il 2005, Robert Hood è stato il guardiano della struttura, da cui nessun prigioniero è mai fuggito nei suoi 25 anni di esistenza. «Questo posto non è fatto per l’umanità», ha detto Hood al Denver Post. «Penso che essere lì, giorno per giorno, sia peggio della morte».
El Chapo è stato condannato all’ergastolo per aver introdotto grandi quantità di droga negli Usa; è stato riconosciuto colpevole per otto capi di accusa connessi al narcotraffico e al crimine organizzato; è stato inoltre condannato a 30 anni per porto abusivo di armi e ad altri 20 per riciclaggio di denaro. L’accusa principale è di narcotraffico, durato per 25 anni: si calcola che il narcotrafficante messicano abbia movimentato 528.576 kg di cocaina, 423mila kg di marijuana e 202 kg di eroina. La stessa prigione ospita i criminali più famosi d’America, tra cui “Unabomber” Ted Kaczynski, l’attentatore della maratona di Boston Dzhokhar Tsarnaev, il cospiratore dell’11 settembre Zacarias Moussaoui e l’attentatore del World Trade Center del 1993 Ramzi Yousef.
La sentenza ha messo fine a oltre due anni di processo, con 56 testimoni di accusa e uno solo della difesa. Il narcotrafficante messicano ha parlato in spagnolo per tredici minuti, tradotto da un interprete, sostenendo che «non è stata fatta giustizia» e denunciando un «trattamento crudele e inumano», perché ha passato l’intero periodo del processo in isolamento, cosa che gli avrebbe provocato danni fisici e psicologici. El Chapo è stato estradato negli Usa nel gennaio 2017, dopo essere evaso per ben due volte da carceri di massima sicurezza in Messico, la prima volta nel 2001 e la seconda nel 2015. Nel 2016 è stato arrestato definitivamente. Come misura di sicurezza, i nomi dei membri della giuria sono stati secretati. Ora si spera che espii la pena nel carcere in Colorado, dal quale nessuno è mai fuggito. Il super narco messicano, era diventato il criminale più ricercato dagli Usa dopo la morte di Osama bin Laden nel 2011. Il Cartello di Sinaloa è tuttora il maggior distributore di droga negli Usa tra i cartelli messicani, seguito dal cartello di Jalisco Nueva Generaciòn, secondo la Dea. «Per me non c’è dubbio che proverà a scappare», ha detto Hood. «Penso che metterà alla prova il sistema». Intanto Emma, prosegue il suo viaggio per l’Europa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero