Sui dazi è cambiata la prospettiva: è guerra. Contrapposti su due blocchi, gli uni contro gli altri i produttori di formaggio italiani e americani. Dopo la...
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«Le parole sui dazi dell'associazione americana dei produttori di formaggi sono gravissime. I produttori americani vogliono ribaltare la realtà, vogliono far passare per nomi comuni le nostre denominazioni per poi venderle anche in Europa. Se il loro progetto è vendere il Parmesan o la finta mozzarella in Europa, dobbiamo dire chiaro che non succederà mai!», ha detto. Poi rivolgendosi direttamente a Trump: «È ingiusto mettere i dazi, stai privando i tuoi cittadini della qualità perché noi non esportiamo cibo spazzatura ma cibo di alto livello».
Nel documento, pubblicato sul sito della National Milk Producers Federation (Nmpf), i produttori Usa di latte parlano di «pratiche commerciali sleali della Ue che bloccano» l'accesso al loro mercato «mentre godono di un ampio accesso al nostro». In particolare di «abuso da parte dell'Ue di indicazioni geografiche per limitare la concorrenza degli esportatori di formaggi negli Stati Uniti che usano nomi di alimenti comuni».
È chiaro, a questo punto, per Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, per quale motivo nell'elenco dei prodotti soggetti a dazio aggiuntivo del 25% ci siano solo determinate indicazioni geografiche italiane, come il Parmigiano Reggiano. «I dazi non sono altro che una ripicca - afferma Bertinelli - perché l'Europa tutela le Dop registrate: i formaggi americani (come il Parmesan, ma anche l'Asiago o il Gorgonzola, la Fontina made in Usa) non possono pertanto entrare all'interno dell'Unione Europea».
Il documento della Nmpf, secondo Bertinelli, «rende esplicita la volontà del Governo Americano di fare guerra alle indicazioni Geografiche Europee». Sulla stessa linea la Coldiretti, secondo cui oltre respingere al mittente la «richiesta dei produttori statunitensi», «vanno anche rafforzati i meccanismi di tutela delle produzioni agricole italiane ed europee negli accordi di libero scambio». Con il via libera della Wto ai dazi come risposta agli aiuti pubblici illegali ad Airbus, sul 'made in Europè si abbatte una stangata da 7,5 miliardi di dollari.
I nuovi dazi Usa del 25%, pronti a scattare dal 18 ottobre, prendono di mira alcuni dei prodotti più iconici del Vecchio Continente, come il whiskey scozzese, i vini francesi, lo yogurt greco, la feta e, per quanto riguarda il made in Italy, il parmigiano, su cui l' agroalimentare Made in Italy rischia di pagare un conto salatissimo.
Il Messaggero