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Il coprifuoco in Lombardia «è necessario perché la situazione è esplosiva. Ne abbiamo parlato nel Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia venerdì scorso e avevamo già fatto presente al presidente Attilio Fontana questa esigenza, in considerazione della situazione che nella regione è esplosiva». A dirlo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano durante il programma 'L'imprenditore e gli altrì su Cusano Italia Tv.
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Milano
La richiesta del coprifuoco dalle 23 alle 5 fatta dalla Regione Lombardia al governo «credo non sia del tutto sufficiente per Milano - ha detto il virologo - aggiungendo che «per densità di popolazione, interscambi lavorativi, i contatti legati alla tipologia abitativa di Milano, la città sicuramente è un malato più grave». Pregliasco ha spiegato che si attenderanno gli effetti di questa ordinanza «ma siamo pronti velocemente a immaginare ulteriori provvedimenti».
Terapie intensive
Le terapie intensive «sono ancora abbastanza vuote - continua Pregliasco - ma visto questo crescendo ormai esponenziale, bisogna prendere delle iniziative forti, una svolta rispetto ad un dpcm che ha tenuto conto delle doverose mediazioni.
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Il vaccino
Infine sui vaccini, secondo Pregliasco è possibile che vengano autorizzati alla vendita entro fine anno. «Però, al di là di alcuni lotti che sono già in produzione, la copertura vaccinale sarà enorme e necessiterà del tempo. La vaccinazione per tutti credo non ci sarà prima dell'autunno del 2021», evidenzia. Tra l'altro ancora non si sa quante dosi serviranno, con quale frequenza andranno fatti i richiami, e quanto dura l'immunità in chi ha avuto il virus. «Ci sono 22 casi accertati di reinfezione - conclude Pregliasco - Su questi aspetti brancoliamo ancora abbastanza nel buio. È possibile, considerando le caratteristiche di questo virus, che bisognerà fare dei richiami, non sappiamo se ogni anno come avviene con l'influenza».
«Ormai il sistema del contact tracing in diversi contesti italiani ma in particolare in Lombardia, nel Milanese e in altre province, è alla canna del gas, non si riesce più a gestirlo». Pregliasco ha spiegato che «non si riesce più a gestirlo per la diffusione naturale del virus che fa il suo sporco mestiere e cerca di replicarsi in tutte le occasioni dei contatti. E noi per una riduzione della percezione del rischio, per situazioni che non hanno immediatezza di gravità, si abbassa la guardia perché è vero, questo virus determina nella stragrandissima maggioranza dei casi malattie banali o infezioni di fatto inapparenti, questa è la sua forza». (ANSA).
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Il Messaggero