Due bonifici. In tutto 10mila euro che dovevano andare al suo movimento: quel «Riparte Sicilia» nato per le regionali del 2017 e mai diventato una realtà...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I soldi, secondo gli inquirenti, sarebbero stati il prezzo del favore che Crocetta avrebbe reso alla sua compagnia marittima, la Ustica Lines, incrementando le corse per le isole minori. Il processo all'ex presidente della Regione si aprirà a febbraio a Palermo. Il resto dell'inchiesta, che scoperchiò un giro di mazzette e favori con al centro i Morace, passa all'autorità giudiziaria di Trapani. Per il gup del capoluogo siciliano, che avrebbe dovuto decidere il rinvio a giudizio degli altri indagati, infatti, è Trapani la sede competente.
L'inchiesta è di due anni fa, quando la Procura di Palermo ottenne gli arresti dell'armatore Ettore Morace, dell'allora candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e del consulente della Regione Giuseppe Montalto. Sotto indagine finirono anche Vittorio Morace, padre di Ettore - la sua posizione è stata stralciata per motivi di salute -, l'ex deputata dell'Ars Marianna Caronia, la dirigente regionale Salvatrice Severino, l'ex sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli e Giacomo Monteleone. Per i magistrati, i Morace avevano creato un vero e proprio sistema corruttivo potendo contare sulla complicità della Severino, allora dirigente dell'Assessorato regionale ai Trasporti. Era lei a fare i bandi per i collegamenti con le isole minori.
Bandi che avrebbero favorito gli interessi della compagnia di navigazione degli armatori napoletani. Dall'inchiesta emerse che grazie all'aiuto della dirigente, i Morace, attraverso le cosiddette compensazioni finanziarie, avrebbero guadagnato in 6 anni 10 milioni in più di quanto legittimamente gli sarebbe spettato. La Severino sarebbe stata ripagata con regali, viaggi e l'assunzione della figlia. Uno scambio venuto meno quando al suo posto arrivò Dorotea Piazza, la nuova funzionaria, insospettita dai testi dei bandi, si rivolse agli inquirenti. I Morace avrebbero potuto contare anche su un'altra serie di funzionari che, in cambio di viaggi gratis sugli aliscafi della compagnia, avrebbero contribuito a predisporre bandi di favore.
Giuseppe Montalto, invece, si sarebbe speso per far lievitare la liquidazione che Morace avrebbe dovuto dare alla Caronia, ex deputata regionale ed ex dipendente della «Siremar», società acquistata dagli imprenditori.
Il Messaggero