L'ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta a processo per corruzione

L'ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta a processo per corruzione
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Lunedì 18 Novembre 2019, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 19:50
Due bonifici. In tutto 10mila euro che dovevano andare al suo movimento: quel «Riparte Sicilia» nato per le regionali del 2017 e mai diventato una realtà politica. Rosario Crocetta, ex governatore siciliano, dovrà spiegare ai giudici perché ebbe quella somma. Dovrà difendersi in tribunale dall'accusa di corruzione insieme al suo ex segretario, Massimo Finocchiaro, e a Ettore Morace, armatore napoletano che in Sicilia ha fatto la sua fortuna.

I soldi, secondo gli inquirenti, sarebbero stati il prezzo del favore che Crocetta avrebbe reso alla sua compagnia marittima, la Ustica Lines, incrementando le corse per le isole minori. Il processo all'ex presidente della Regione si aprirà a febbraio a Palermo. Il resto dell'inchiesta, che scoperchiò un giro di mazzette e favori con al centro i Morace, passa all'autorità giudiziaria di Trapani. Per il gup del capoluogo siciliano, che avrebbe dovuto decidere il rinvio a giudizio degli altri indagati, infatti, è Trapani la sede competente.

L'inchiesta è di due anni fa, quando la Procura di Palermo ottenne gli arresti dell'armatore Ettore Morace, dell'allora candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e del consulente della Regione Giuseppe Montalto. Sotto indagine finirono anche Vittorio Morace, padre di Ettore - la sua posizione è stata stralciata per motivi di salute -, l'ex deputata dell'Ars Marianna Caronia, la dirigente regionale Salvatrice Severino, l'ex sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli e Giacomo Monteleone. Per i magistrati, i Morace avevano creato un vero e proprio sistema corruttivo potendo contare sulla complicità della Severino, allora dirigente dell'Assessorato regionale ai Trasporti. Era lei a fare i bandi per i collegamenti con le isole minori.

Bandi che avrebbero favorito gli interessi della compagnia di navigazione degli armatori napoletani. Dall'inchiesta emerse che grazie all'aiuto della dirigente, i Morace, attraverso le cosiddette compensazioni finanziarie, avrebbero guadagnato in 6 anni 10 milioni in più di quanto legittimamente gli sarebbe spettato. La Severino sarebbe stata ripagata con regali, viaggi e l'assunzione della figlia. Uno scambio venuto meno quando al suo posto arrivò Dorotea Piazza, la nuova funzionaria, insospettita dai testi dei bandi, si rivolse agli inquirenti. I Morace avrebbero potuto contare anche su un'altra serie di funzionari che, in cambio di viaggi gratis sugli aliscafi della compagnia, avrebbero contribuito a predisporre bandi di favore.

Giuseppe Montalto, invece, si sarebbe speso per far lievitare la liquidazione che Morace avrebbe dovuto dare alla Caronia, ex deputata regionale ed ex dipendente della «Siremar», società acquistata dagli imprenditori.
Vicari: l'ex parlamentare e sottosegretario, avrebbe caldeggiato un emendamento alla Legge di Stabilità che, incidendo sull'Iva nei servizi di trasporto marittimo, avrebbe fatto risparmiare all'armatore un milione e mezzo, causando, però, un ammanco di 7 milioni nelle casse dello Stato. Per ringraziarla, Morace le avrebbe comprato un Rolex da 5.800 euro. E l'acquisto dell'orologio, commissionato alla segretaria dell'armatore proprietario della Liberty Lines, tra le maggiori compagnie europee di aliscafi, fu captato nelle intercettazioni dai carabinieri. Come pure i ringraziamenti di Vicari. Girolamo Fazio, infine, all'epoca candidato sindaco a Trapani, si sarebbe attivato, in cambio di regali, favori e sostegno finanziario alla campagna elettorale, nel bloccare consulenti regionali sgraditi a Morace, nel perorare un suo ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa su una gara annullata dalla Regione e favorire nelle scelte politiche e amministrative l'armatore.
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