Andava a far visita al padre ricoverato nella Geriatria del Ca' Foncello, a Treviso. E adesso si ritrova a 47 anni in un letto della Terapia intensiva dello stesso ospedale a...
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IL NODO
Il timore è che sempre più pazienti abbiano bisogno della Rianimazione. Al momento a Treviso non c'è un'emergenza in questo senso. Il Ca' Foncello conta in tutto una ventina di posti disponibili. Ma la direzione dell'Usl della Marca sta già mettendo a punto un piano per essere pronta a correre ai ripari nel caso in cui dovesse diventare indispensabile. L'imperativo categorico è preservare l'ospedale. In primis per evitare che i contagi si diffondano. La chiusura della struttura di Schiavonia insegna. L'altro aspetto fondamentale è salvaguardare la salute dei medici, degli infermieri e degli operatori. Se finiscono loro in isolamento, salta tutto. Oggi la Geriatria è allo stremo. Qui sono rimasti solo cinque specialisti dell'equipe del reparto. «Sono risultati positivi 8 medici su 13 ha rivelato Giovanni Leoni, segretario regionale del Cimo, sindacato dei medici e sugli 8 positivi, in particolare, quattro hanno la febbre». Non è finita qui. Nei giorni scorsi sono stati eseguiti i tamponi al personale sia della Medicina che della Terapia intensiva. In tutti e due i settori erano transitati pazienti positivi al coronavirus. «Gli esiti sono stati tutti negativi», assicura Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca.
IN REPARTO
Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo, però, che arriva un'altra doccia gelata. Anche in Otorinolaringoiatria si allunga l'ombra del nuovo virus cinese. Una paziente è risultata positiva in seguito al trasferimento dalla Geriatria. Subito dopo è stata isolata in una stanza singola dello stesso settore. Ma si teme che il contagio possa essersi allargato. Nelle ultime ore sono stati sottoposti a tampone tutti i componenti dello staff del reparto: una sessantina di persone. Oggi arriveranno i primi risultati. Di pari passo, l'Usl proverà a sminare il nodo della Geriatria, diventata zona rossa. Entro venerdì, quindi nel giro di tre giorni, verranno dimessi tutti e 88 i ricoverati. Compresi quelli trovati positivi al coronavirus che però non presentano sintomi simil influenzali. Verranno messi in isolamento domiciliare o all'interno delle case di riposo, con un controllo quotidiano da parte del servizio Igiene e sanità pubblica. Ovviamente con la speranza che nessuno sviluppi la malattia. In caso contrario, si rischierebbe uno scenario difficilmente immaginabile. Dopodiché, tra sabato e domenica, il reparto verrà completamente sanificato.
Il Messaggero