Coronavirus, il figlio di Pupi Avati contagiato: «Si è ammalato a Londra con moglie e figlio di 12 anni»

Coronavirus, il figlio di Pupi Avati contagiato: «Si è ammalato a Londra con moglie e figlio di 12 anni»
Il figlio di Pupi Avati, Alvise, che da anni lavora nel Regno Unito agli effetti speciali cinematografici (ha collaborato, tra gli altri, a 'Star Wars - Il risveglio della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il figlio di Pupi Avati, Alvise, che da anni lavora nel Regno Unito agli effetti speciali cinematografici (ha collaborato, tra gli altri, a 'Star Wars - Il risveglio della Forzà, 'Guardiani della Galassia Vol. 2' e 'Thor: Ragnarok') si è ammalato di coronavirus a Londra ma ora sta meglio. Lo ha rivelato Pupi Avati in un'intervista al Corriere della Sera.


Coronavirus, Chiambretti è guarito: «Due tamponi negativi, un messaggio di speranza»

«I due figli che abbiamo a Roma - ha detto il regista - ci lasciano la spesa in ascensore. L'altro, che si occupa di effetti speciali per il cinema, è a Londra e si è ammalato di Coronavirus con tutta la famiglia: lui, la moglie, il figlio di 12. Solo quello di 11 non è stato contagiato. Per fortuna, dopo 18 giorni, stanno meglio e hanno ripreso una vita quasi normale. Non sentivano sapori né odori, avevano la febbre a 39, prendevano il paracetamolo, la febbre scendeva, poi risaliva. Avevano tosse, ma hanno sempre respirato bene. Ora, hanno solo una spossatezza infinita». Il regista confessa che alla notizia della positività del figlio e della famiglia avrebbe voluto farli tornare in Italia ma aggiunge: «Mio figlio mi ha risposto: papà, da voi ci sono mille morti al giorno. In effetti, non aveva senso e non si poteva. Dopo, col supporto del console italiano, non ci siamo mai sentiti soli», assicura il regista.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero