Fase 2, costume e mascherina, la tintarella batte i divieti: blitz nei parchi

Quello che sta accadendo in molte zone d'Italia è singolare. Dopo il caos ai Navigli a Milano, con presunti assembramenti immortalati dai teleobiettivi dei fotografi...

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Quello che sta accadendo in molte zone d'Italia è singolare. Dopo il caos ai Navigli a Milano, con presunti assembramenti immortalati dai teleobiettivi dei fotografi con ottiche superzoom, ora i vigili fanno alzare chi (pur mantenendo distanze e precauzioni) prende il sole al parco sdradiato sull'erba. Stessa cosa a Rimini. Costume da bagno e mascherina è la combinazione che viene testata dai molti che nelle aree verdi di Milano hanno sfruttato il sole del primo sabato della fase 2 per una tintarella sul prato, sfidando i divieti e i richiami delle forze dell'ordine. Ma non quello che in molti definiscono buonsenso, visto che stando a distanza e in alcune occasioni addirittura con la mascherina la possibilità di contagio è davvero esigua, sempre che tra loro vi sia qualcuno di positivo al virus.


Al Sempione e in quello di Porta Venezia, decisamente affollati, in certi momenti del pomeriggio era difficile trovare una panchina libera, e a tratti si assisteva a scene da guardie e ladri: le persone che si alzavano e ritiravano i teli da mare quando venivano richiamate da polizia locale e guardia di finanza, salvo riaccomodarsi mugugnando quando le forze dell'ordine e i vigili si allontanavano.

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E proprio ai girardini di Porta Venezia intitolati a Montanelli a Milano, dove si è spezzato un grosso ramo di un albero secolare cadendo a pochi metri da dove erano sdraiate alcune persone, si sono vissuti attimi di paura. Il rumore del legno che si staccava dal tronco e cadendo a terra per qualche metro si è udito dall'altra parte del parco, uno dei polmoni verdi della metropoli. Intorno all'albero, altro 20-30 metri, erano sdraiate da sole o a coppie una ventina di persone nel rispetto della distanza di sicurezza tra loro, tranqulle di essere al sicuro dal virus, ma evidentemente non dall'incuria.
 

Così negli spiazzi verdi, dove è consentito stare solo per esercizi sportivi o brevi soste, si potevano vedere decine di persone a leggere, riposare, abbronzarsi, da sole o in coppie a distanza di qualche metro una dall'altra. Al parco di Porta Venezia un paio di ragazzi hanno anche utilizzato gli attrezzi per la ginnastica, vietati e circondati con un nastro biancorosso come le aree giochi per bambini, invece deserte. 

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Stesso copione anche al parco XXV Aprile di Rimini dove molte persone hanno scelto di passare il pomeriggio. Particolarmente scenografica l'area attorno al ponte di Tiberio dove il giardino terrazzato ha fatto gola a molti riminesi, anche compagnie di amici, che hanno scelto di fermarsi lì a godersi il sole e l'aria aperta. Attorno alle 17 sono arrivati due quad della polizia municipale. Scesi dai mezzi, gli agenti hanno fatto cenno con le braccia alla folla di alzarsi, invitando le persone svestite a rivestirsi e a non sostare, ribadendo i motivi per cui è possibile uscire di casa, tra cui l'attività motoria, ma evidentemenre non lo stazionamento. Insomma, non contemplata dunque la tintarella né le chiacchiere in compagnia sulle panchine, pur con le dovute precauzioni. Alcuni avevano scelto quella parte di città, a ridosso del centro storico, per consumare una birra o un cono gelato preso nelle vicine gelaterie. Appena i vigili se ne sono andati, il prato è tornato a ripopolarsi di gente seduta al sole. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero