PADOVA L’amore al tempo del Coronavirus. Non potrebbe essere rappresentata altrimenti la vicenda di Gianna Fasolato, 51 anni, moglie dell’ex maresciallo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
DESTINO
Non fosse bastata la sorte a compromettere per sempre la vita dell’ex sottufficiale, arriva adesso la minaccia del Covid 19 ad addensarsi come un’ombra sulle sorti di un’esistenza che solo l’inesauribile amore della compagna rende ancora pervicacemente legata ad un senso unico e profondo. Se fosse il virus a vincere, entrambi rischierebbero di finire nel baratro. L’assedio imposto dall’epidemia si fa ogni giorno sempre più stretto. Non al punto però da vincere le resistenze di Gianna. «Le trasferte a Schiavonia sono sospese – dice – e fino al mese scorso è venuto a casa nostra l’infermiere domiciliare per assistere mio marito. Non so se potrà arrivare anche nell’emergenza di questi giorni. Anche le visite specialistiche dell’otorino sono state sospese». Davanti a questo stato di cose, Gianna ha reagito isolando la sua casa da ogni contatto. Uno dei due figli che vive a Valsanzibio (un altro è residente a Pordenone) non varca neppure la soglia dove è costretto ad abbandonare la borsa della spesa. Ogni contatto in questa situazione potrebbe infatti rivelarsi pericolosissimo. Salvare Alessandro dal Coronavirus significa quindi rompere ogni minimo legame con il mondo, al punto da eliminare anche l’unico sollievo costituito dalla visita di un’assistente, anch’esso ora impossibilitato a continuare a frequentare la loro abitazione. Gianna continua a parlare al marito in ogni attimo, trasmettendogli il suo instancabile linguaggio di vicinanza, tenerezza ed assicurazioni.«Mi risponde – rivela – solo lo sguardo e con un battito di ciglia».
Senza mai volersi arrendere, la moglie tenta così di rendere impercettibile la paura che la simbiosi alimentata dall’amore possa ora venir meno. «Se Alessandro dovesse ammalarsi – rivela – non so chi e in che modo potrebbe assicurargli tutte le cure di cui ha bisogno». Il mondo, fuori dal “rifugio” dove Gianna ed Alessandro si oppongono al virus, è ancora vivo ed è fitto di messaggi di vicinanza. C’è il parroco di Galzignano, don Danilo Isati che porta il suo saluto. E c’è soprattutto l’affetto degli ex sottufficiali dell’Aeronautica che formano il Comitato Vittime dell’ex 1° Roc del Venda ad alimentare l’affetto per la coppia con messaggi e telefonate. Proprio l’Associazione si era attivata anni fa a fare in modo che ad Alessandro potesse essere riconosciuta la causa di servizio per la grave malattia contratta sotto le armi, qualificandolo come “Vittima del Dovere”. Un passo non facile e non scontato per la elefantiaca burocrazia militare. Davanti alla storia di Gianna ed Alessandro le costrizioni quotidiane imposte dall’emergenza del Coronavirus, sopportate con senso di inquietudine, di noia o di insofferenza da tante persone sembrano davvero diventare di colpo insignificanti. Nulla è infatti commisurabile, nel caso di Gianna, ad una “prigionia” che dura da 12 anni. E che l’amore vorrebbe far continuare per sempre. «Se il virus dovesse toccarmi – ricorda infatti Gianna – non so in che modo potrei separarmi da mio marito. Sarebbe l’inizio di una tragedia immensa. Alla quale mi sforzo di non pensare mai». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero