Prevenire le infiltrazioni della malavita e impedire che i clan mettano le mani su attività commerciali e turistiche in crisi per l'emergenza coronavirus. E inoltre...
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Attraverso la regia del Servizio Analisi Criminale della Direzione, l'Osservatorio avrà il compito di elaborare strategie di prevenzione e contrasto delle possibili infiltrazioni nel tessuto economico-finanziario post-emergenziale anche attraverso software che consentano un'analisi predittiva di scenario. In questo quadro, si sottolinea nel documento, lo strumento della cooperazione internazionale di polizia sarà sempre più strategico, considerata la pandemia che sta travolgendo tutto il mondo e le sempre più ramificate proiezioni internazionali del crimine.
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La Direzione Centrale della Polizia criminale in Italia, attraverso i propri esperti per la sicurezza che operano in 66 Paesi del mondo, ha un monitoraggio quotidiano non solo del quadro delle diverse restrizioni attuate dai vari Stati per contenere la diffusione del virus ma anche delle nuove minacce criminali.
Le aggressioni. Dalla fine di gennaio si sono registrati in Italia una trentina di casi di aggressioni ed intolleranza connessi all'emergenza coronavirus. Il dato è stato fornito dal direttore dell'Oscad - l'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori - e vice capo della Polizia Vittorio Rizzi secondo il quale «fin dai primi giorni dell'emergenza sono stati monitorati attentamente i casi di discriminazione che potessero avere una connessione con l'emergenza Covid-19». «Eravamo consapevoli del rischio che la pandemia potesse costituire un'occasione per l'aumento degli episodi di intolleranza e violenza nei confronti di minoranze e, purtroppo, non sbagliavamo» ha aggiunto Rizzi spiegando che dei circa trenta casi, più della metà sono aggressioni fisiche accompagnate da insulti, mentre il resto sono discriminazioni di vario tipo, aggressioni verbali, commenti sui social, scritte. Ci sono stati inoltre titolari di esercizi pubblici che si sono rifiutati di servire clienti cinesi. Ed infatti le vittime di questi episodi sono stati proprio cittadini cinesi ma anche filippini, giapponesi e domenicani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero