Positivi al Covid-19, sono ricoverati in una struttura sanitaria in isolamento. E fin qui niente di straordinario: peccato poi che arrivi la comunicazione che pur in precarie...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Coronavirus, a Roma 47 nuovi casi: nel Lazio sono 99. Sei i morti, ricoverati altri due bambini
Per loro, come ha denunciato da Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni, nessun hotel dove fare l'isolamento. I due docenti si trovano dal 7 marzo in Svizzera, per partecipare a un Congresso medico-scientifico internazionale.Improvvisamente Caminiti e Battaglia-Mayer accusano seri malori, viene diagnosticato per entrambi contagio da Covid-19. «Comincia così una vera e propria odissea - è il racconto - I due professori sono trasferiti in un Residence a Villar sur Ollon, nel Cantone di Vaud; trascorrono i primi due giorni senza ricevere cure e adeguata alimentazione. Sono sistemati in due diverse stanze, in isolamento. Anche i due ragazzi sono isolati, in quarantena. Finalmente, ricoverati in ospedale a Rennaz, si conferma sia per Caminiti che per Battaglia-Mayer la diagnosi iniziale; al tempo stesso i medici della struttura sanitaria comunicano che saranno dimessi, con obbligo, per i due adulti, di restare in isolamento. I minorenni sono al momento sottoposti a test per capire se possono essere fatti rimpatriare».
«L'assurdo - si osserva - è costituito dal fatto che i quattro italiani non hanno abitazione in Svizzera; neppure possono alloggiare in albergo o residence, perché nel frattempo - data l'emergenza in vigore anche in Svizzera - queste strutture hanno chiuso. Peraltro, è estremamente complesso e difficoltoso trovare una struttura in grado di accogliere malati da Covid-19 stranieri». L'associazione "'Il Patto traversale per la scienza" e l'Istituto Luca Coscioni, attraverso Radio Radicale lanciano un pressante, accorato appello perché il ministero degli Esteri intervenga. Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni fanno inoltre presente che, «pur nella remota ipotesi in cui i nostri connazionali riescano a raggiungere con mezzi propri il confine, una volta entrati in territorio italiano, in base alle normative in vigore, sarebbero passibili di denuncia penale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero