Coronavirus, due prof della Sapienza positivi in Svizzera: «Ma non ci sono hotel per la quarantena»

Coronavirus, due prof della Sapienza positivi in Svizzera: «Ma non ci sono hotel per la quarantena»
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Giovedì 19 Marzo 2020, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 17:47

Positivi al Covid-19, sono ricoverati in una struttura sanitaria in isolamento. E fin qui niente di straordinario: peccato poi che arrivi la comunicazione che pur in precarie condizioni di salute saranno dimessi: dovranno trovarsi loro una sistemazione per trascorrere la quarantena. E' quanto sta accadendo a due professori della Sapienza di Romail professor Roberto Caminiti e la professoressa Alexandra Battaglia-Mayer, docenti di Neuroscienze e di Fisiologia, che si trovano in Svizzera con il loro figlio e un suo amico minorenne anche lui.

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Per loro, come ha denunciato da 
Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni, nessun hotel dove fare l'isolamento. I due docenti si trovano dal 7 marzo in Svizzera, per partecipare a un Congresso medico-scientifico internazionale.Improvvisamente Caminiti e Battaglia-Mayer accusano seri malori, viene diagnosticato per entrambi contagio da Covid-19. «Comincia così una vera e propria odissea - è il racconto - I due professori sono trasferiti in un Residence a Villar sur Ollon, nel Cantone di Vaud; trascorrono i primi due giorni senza ricevere cure e adeguata alimentazione. Sono sistemati in due diverse stanze, in isolamento. Anche i due ragazzi sono isolati, in quarantena. Finalmente, ricoverati in ospedale a Rennaz, si conferma sia per Caminiti che per Battaglia-Mayer la diagnosi iniziale; al tempo stesso i medici della struttura sanitaria comunicano che saranno dimessi, con obbligo, per i due adulti, di restare in isolamento. I minorenni sono al momento sottoposti a test per capire se possono essere fatti rimpatriare».

«L'assurdo - si osserva - è costituito dal fatto che i quattro italiani non hanno abitazione in Svizzera; neppure possono alloggiare in albergo o residence, perché nel frattempo - data l'emergenza in vigore anche in Svizzera - queste strutture hanno chiuso. Peraltro, è estremamente complesso e difficoltoso trovare una struttura in grado di accogliere malati da Covid-19 stranieri». L'associazione "'Il Patto traversale per la scienza" e l'Istituto Luca Coscioni, attraverso Radio Radicale lanciano un pressante, accorato appello perché il ministero degli Esteri intervenga. Patto trasversale per la scienza e Istituto Luca Coscioni fanno inoltre presente che, «pur nella remota ipotesi in cui i nostri connazionali riescano a raggiungere con mezzi propri il confine, una volta entrati in territorio italiano, in base alle normative in vigore, sarebbero passibili di denuncia penale». 

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