È «drammatica» in Provincia di Bergamo la situazione delle Rsa e dei centri diurni che «in soli venti giorni hanno visto oltre 600 decessi su 6.400 posti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sono giorni che se ne parla. E alla fine la situazione coronavirus è diventata ingestibile. Per le imprese di onoranze funebri della provincia di Bergamo infatti, è arrivato il momento di fermarsi «e tutelare così la vita e la salute dei cittadini», è quanto si legge in una nota della “Lia”, che raggruppa gli imprenditori del settore. «Nonostante gli appelli (inascoltati) dei giorni scorsi, l'assenza di un monitoraggio sanitario sugli operatori da parte delle autorità, e la difficoltà nell'approvvigionamento di dispositivi di protezione, continuano ad esporre la collettività, soprattutto anziani, malati e disabili, ad un enorme rischio di contagio», si sottolinea. «Nelle condizioni attuali, chi entra ed esce quotidianamente dalle strutture sanitarie e dalle abitazioni dei parenti dei defunti, diventa infatti non solo una facile preda, ma anche un veicolo perfetto per la diffusione del virus Covid-19. A costo di mettere a rischio il futuro delle loro stesse aziende, gli imprenditori della categoria seguiranno la propria coscienza, interrompendo le attività nel giorno di lunedì 30 marzo», si annuncia.
Coronavirus, il dramma di un figlio: «In corsia nessuna precauzione, così ho perso mamma e papà»
Coronavirus Bergamo, il sindaco Gori: «La sanità in Lombardia mostra tutti i suoi limiti, molti muoiono a casa»
«Le uniche soluzioni affinché il servizio possa continuare nel rispetto della sicurezza dei cittadini restano il monitoraggio degli operatori tramite tamponi periodici, così come dovrebbe essere per tutti gli operatori sanitari, e un canale di fornitura prioritario (a pagamento) di dispositivi di protezione individuale. «Dopo aver più volte lanciato l'allarme, siamo chiamati a fare l'unica scelta responsabile per il bene della collettività.
Il Messaggero