Convertire lire in euro, ecco lo stratagemma dei Casalesi. Lire «sporche» rimaste nascoste per anni che quattro persone, una delle quali legata al clan dei...
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I destinatari dei provvedimenti restrittivi sono Antonio Schiavone, Giovanni Elia, Fulvio Cianciaruso e Gaetano Mungiguerra (quest'ultimo ritenuto legato alla mafia casalese), cui viene contestato il reato di tentato riciclaggio.
L'operazione, denominata «Miracolo», ha riservato delle sorprese durante le indagini, sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti. La prima riguarda l'intercettazione di una conversazione in cui gli indagati fanno chiaro riferimento a un'ingente somma - ben 20 miliardi di vecchie lire, in sostanza dei «fondi neri» - da convertire in euro.
Sempre dalle indagini è anche emerso che le lire «sporche» stavano per prendere la strada della Svizzera: in una banca elvetica, infatti, sarebbe dovuta avvenire la 'conversionè finale tra vecchia e nuova valuta. E anche su questo sono in corso ulteriori accertamenti. I quattro, che acquistavano le lire, avevano anche stilato un tariffario: una somma oscillante tra i 35 e i 42 euro a fronte di 200mila lire. Agli intermediari, invece, andava una commissione del 2%.
Inoltre, per dare una parvenza di legalità, gli indagati predisponevano false documentazioni che giustificavano la riconversione delle valute, sfruttando presunte complicità nelle filiali bancarie italiane ed estere. Il meccanismo sfruttava una finestra di circa tre mesi aperta dalla Banca d'Italia: grazie a questa possibilità, malgrado la scadenza della riconversione fosse stata fissata il 28 febbraio 2012, le lire potevano essere convertite in euro a chiunque fosse stato in grado di dimostrare di avere presentato una domanda tra il novembre 2011 e il febbraio 2012.
Tra la documentazione falsa allegata alla riconversione sono stati trovati anche documenti attestanti la compravendita di valuta storica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero