Roma, tre ragazzini di 12 anni in rianimazione per coma etilico

Roma, tre ragazzini di 12 anni in rianimazione per coma etilico
Lo sballo alcolico non risparmia neanche i dodicenni. «Recentemente in ospedale a Roma abbiamo avuto 3 adolescenti, ragazzini di 12-13 anni, in coma etilico ricoverati in...

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Lo sballo alcolico non risparmia neanche i dodicenni. «Recentemente in ospedale a Roma abbiamo avuto 3 adolescenti, ragazzini di 12-13 anni, in coma etilico ricoverati in rianimazione», racconta Alberto Villani, presidente della Sip (Società italiana di pediatria) e responsabile dell'Unità operativa complessa di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, allarmato dal binomio adolescenti-alcol.


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«Sono convinto - confida Villani - che i casi che arrivano sui giornali siano solo la punta dell'iceberg. Basta guardarsi intorno la sera, soprattutto nel fine settimana, per vedere quanti adolescenti, ancora ragazzini, affollano locali e chioschi alle prese con il rito dell'aperitivo. O chiedere ai tassisti quanti ne trasportano il venerdì o il sabato notte, stravolti dall'alcol. E non c'è differenza fra maschi e femmine». Il pediatra sottolinea: »Occorre più attenzione da parte di chi vende alcolici, più consapevolezza fra i giovanissimi sui rischi e sui danni per la salute, ma anche più attenzione da parte della società. Magari attraverso campagne di sensibilizzazione».
 


Il messaggio deve essere «chiaro e netto, anche perché il passaggio da un consumo occasionale o per sfida all'abitudine è breve. E il binge drinking, che porta a bere tanto in poco tempo fino a stravolgersi, »è una moda pericolosa - assicura Villani - arrivata ormai anche da noi». I danni, precisa il pediatra possono essere acuti ed evidenti, come nel caso del coma etilico. Ma anche cronici, a carico del fegato. E il problema non è solo questo: «I giovanissimi che bevono rischiano anche sulla strada». Prendere il motorino o la macchinetta dopo una festa alcolica o un aperitivo può comportare un pericolo, «anche se il ragazzo ha bevuto quantità modeste. Ecco perché è importante che il compagno alla guida non abbia bevuto». Secondo Villani i giovanissimi non hanno la percezione dei pericoli legati al drink o allo shot, «e in estate le occasioni si moltiplicano. Occorre davvero fare di più per aumentare la consapevolezza tra i ragazzi», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero