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Ciro Grillo e i suoi tre amici accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese il 17 luglio 2018 nella casa di Beppe Grillo sceglieranno il rito ordinario in caso di rinvio a giudizio. La decisione verrà comunicata nelle prossime ore al giudice dell'udienza preliminare di Tempio Pausania. Lo apprende l'Ansa da fonti vicine ai ragazzi. Rischiano pene fino a 12 anni.
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Ciro Grillo, la scelta del rito ordinario
I legali dei quattro (Enrico Grillo, Romano Raimondo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Alessandro Vaccaro e Mariano Mameli) hanno preso la decisione dopo diverse riunioni visto che in due avrebbero preferito il rito abbreviato.
La vicenda e l'indagine
I fatti risalgono a due anni fa, in Costa Smeralda quando, secondo il racconto di una delle due ragazze, dopo una serata in un locale di Porto Cervo, a casa del figlio di Beppe Grillo, dove fu invitata, sarebbe stata violentata. Lo stupro avrebbe riguardato solo lei, mentre all'amica, come emergerebbe da alcune fotografie e da un video, i quattro avrebbero appoggiato i genitali sul viso, mentre la ragazza dormiva. I pm, dopo avere chiuso l'indagine una prima volta, nel novembre 2020, un anno e mezzo dopo la denuncia, hanno poi riaperto l'inchiesta e chiusa dopo poche settimane con la richiesta di rinvio a giudizio per violenza sessuale di gruppo. Accuse sempre respinte dagli imputati che parlano di «sesso consenziente».
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Il Messaggero