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«Ciccio e Tore non erano da soli. Abbiamo le prove». A 18 anni dalla morte in fondo a un pozzo dei due fratellini di Gravina di Puglia e a 16 dal ritrovamento la sorella, Filomena Pappalardi, ha annunciato una svolta nelle indagini. I nuovi elementi saranno consegnati agli inquirenti nei prossimi giorni. «Siamo in possesso di prove scottanti, siamo pronti a portarle in Procura».
Chi è la sorella
Filomena, che oggi ha 34 anni, non ha mai smesso di cercare risposte. Dalla scomparsa nel 2006 al ritrovamento dei corpi, nel 2008, erano già passati due anni. I cadaveri dei due fratellini mummificati vennero rinvenuti nella cisterna della cosiddetta “casa delle cento stanze”, un rudere abbandonato da tempo nel centro del paese pugliese. All’epoca della scomparsa i due fratellini avevano 13 e 11 anni.
Il ritrovamento
Li trovarono per caso, quando le forze dell’ordine erano al lavoro per recuperare il 12enne Michele Dinardo, caduto mentre giocava con alcuni amici. È stata poi l’autopsia a cancellare tutti i dubbi: non avevano subito maltrattamenti. Ciccio era morto per l’emorragia causata dalla caduta. Tore, sceso nel pozzo per aiutare il fratellino, lo aveva vegliato per diverse ore. È morto nel sonno vinto dalla fame, dal freddo e dalla paura. Non si è mai saputo perché i due bambini si trovassero in quel posto e con chi.
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