Lotta all'odio, al populismo e alla paura. La speranza che verranno aperti i porti e le porte delle nostre case. È quanto si augura monsignore Giuseppe Marciante,...
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Sulla scia delle parole già più volte sentite da Papa Francesco, la Diocesi di Cefalù chiede un modello di accoglienza fatto di segni tangibili. L'appello lanciato alle famiglie è di accogliere nelle proprie case e invitare alla propria tavola i migranti dei centri di accoglienza sul territorio.
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«Non lasciamoci travolgere dall'odio, dal populismo e dalla paura dell'altro», aveva detto il vescovo nel suo discorso del 6 agosto, «La luce del Cristo trasfigurato faccia nascere o rafforzi in noi la mentalità dell'accoglienza e dell'integrazione, ci spinga a un forte rinnovamento interiore che ci allontani dal vedere nel fratello immigrato un peso da portare».
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Le parole del vescovo non mettono però tutti d'accordo. Su Twitter c'è chi le commenta parlando di un «delirio», mentre altri utenti chiedono, se mai, di aprire innanzitutto le porte della sua diocesi e del Vaticano, più che delle case degli abitanti della cittadina in provincia di Palermo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero