Due nuove indagini sulla Banca Popolare di Bari si aggiungono a quelle, almeno altre cinque, che negli ultimi anni hanno acceso i riflettori della magistratura barese sulla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Banca Popolare Bari, Giorgia Meloni: «Vergogna del sistema, ora si salvino i risparmiatori»
Il riferimento è, tra gli altri, alla vicenda Tercas, già al centro di una precedente inchiesta tuttora in corso e nell'ambito della quale sono indagate dieci persone, tra le quali l'amministratore delegato Vincenzo De Bustis e l'ex presidente Marco Jacobini.
Nel marzo 2018 parte di questa indagine fu archiviata con riferimento all'ipotesi di una associazione per delinquere finalizzata a truffare i correntisti. Un singolo episodio di truffa aggravata ai danni di una contribuente 84enne è invece stato accertato ed è finito in un altro fascicolo, chiuso ormai mesi fa, a carico di De Bustis, Jacobini e altri tre dirigenti e funzionari dell'istituto di credito. C'è poi la recente inchiesta relativa alla sospetta operazione di rafforzamento del capitale, risalente a un anno fa e non concretizzatasi, con una emissione obbligazionaria da 30 milioni di euro da far sottoscrivere ad una società maltese. Altre due vicende, nate dai crac di alcune aziende baresi, hanno attirato l'attenzione degli inquirenti sui comportamenti della banca nell'erogare crediti e nell'agevolare le società in crisi.
Una è quella sul fallimento di due società del gruppo Fusillo di Noci, Fimco e Maiora. La banca, quando le due aziende erano già in dissesto, avrebbe concesso loro ulteriori linee di credito. La Procura sta valutando eventuali corresponsabilità interne all'istituto nella bancarotta ma al momento non ci sono indagati. La seconda inchiesta, trasmessa ormai un anno fa per competenza da Bari a Roma, riguarda la vicenda del Bari Calcio e lo «stratagemma», come lo definivano i pm baresi, usato dall'ex patron della società sportiva Cosmo Giancaspro con la complicità di alcuni funzionari della BpB per evitare una penalità per la squadra fornendo documenti retrodatati alla Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle società di Calcio Professionistiche). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero