Nel giro di quattro mesi avevano colpito una quarantina di volte creando un notevole allarme a Como e dintorni. Ora, in seguito alle indagini di polizia e carabinieri della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le ordinanze sono state firmate dal gip minorile milanese Marina Zelante che, su richiesta del pm Annamaria Fiorillo, per 5 ha disposto il carcere - sono al Beccaria -, per altri 5 i domiciliari mentre per altri sette è stata revocata la patria potestà ai genitori e sono stati collocati in comunità.
Tra i reati contestati ci sono furti in negozi del centro di Como, dove talvolta entravano in dieci o più creando confusione e arraffando quello che potevano, aggressioni e rapine a coetanei, ai quali prendevano soldi o il cellulare, furti di biciclette e alcolici fino alla devastazione di un appartamento di una compagna di classe. Sono stati identificati grazie ai controlli incrociati delle telecamere, testimonianze, ma anche attraverso i profili sui social network. Secondo il procuratore dei minori Ciro Cascone, l'indagine ha messo a fuoco »una degenerazione degli schemi di aggregazione - si legge in una nota - caratterizzata da un codice di appartenenza che consiste nell'assumere comportamenti antisociali, distruttivi verso le cose, deturpanti verso l'ambiente, umilianti e prevaricanti verso le persone, specialmente quelle più deboli, oppositivi ed insofferenti nei confronti dell'autorità«. Da quanto è stato appurato i minorenni in questione provengono per lo più da contesti familiari problematici, privi di modelli educativi di riferimento e con un andamento scolastico irregolare, e quindi l'aver adottato nei loro confronti provvedimenti cautelari è stato valutato dalla magistratura come »momento estremo e necessario in un'ottica di prevenzione della commissione di ulteriori reati, nonché come l'avvio di un percorso di responsabilizzazione«. Percorso molto delicato, ha commentato investigatore, perché c'è il rischio che l'arresto diventi una medaglia da porsi al petto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero