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Una storia di malagiustizia e malaburocrazia in un colpo solo. Aveva 47 anni quando lo hanno arrestato. Ora che è stato scarcerato ne ha due in più. Due anni nel corso dei quali è stato dimenticato ai domiciliari.
Novantenne picchiata per una collanina d’oro, assolto il presunto rapinatore
Assolto ma non lo sapeva
Letteralmente “dimenticato” visto che contestualmente alla sua assoluzione era stato disposto il ricovero in una struttura sanitaria. Nessuno, però, gli ha notificato la misura di sicurezza emessa dal tribunale di Palermo.
L’incredibile storia avviene tra il capoluogo siciliano e Giardinello, piccolo paese della provincia. Il 25 settembre 2020 l’uomo viene arrestato per stalking. Il 19 maggio 2021 il Tribunale palermitano lo assolve, dichiarando la sua incapacità di intendere e volere. Non è imputabile. Una perizia disposta dai giudici ha stabilito che soffre di una forma di schizofrenia grave. Gli attacchi di paranoia lo mandano in tilt, non riesce a distinguere fra le buone e le cattive azioni. Non era in sé quando minacciava e perseguitava la sua ex dopo che loro relazione era naufragata. Circostanza emersa nel corso del processo e gli esperti lo hanno certificato. I giudici lo mandano assolto e dispongono la misura di sicurezza del ricovero in una residenza sanitaria. Va curato e non condannato.
UNO DEI TANTI
Sembra uno dei tanti casi che si vedono nelle aule dei Tribunali.
L’IMPUTATO DIMENTICATO
A questo punto appare scontata una causa allo Stato per l’ingiusta detenzione patita dall’ex imputato dimenticato dallo stesso Stato. Ci sarà tempo per capire cosa abbia provocato il corto circuito. In Tribunale, a Palermo, si sono già attivati. Nell’immediato va affrontato il lato umano della vicenda. «Si tratta di una storia che evidenzia quanto sia importante il ruolo del difensore nel processo. Abbiamo ricostruito l’iter della posizione giuridica del soggetto con la collaborazione delle cancellerie e il pubblico ministero ha immediatamente disposto la scarcerazione perché non vi era più alcun titolo che potesse giustificare il regime coercitivo al quale era sottoposto», dicono i legali. Si sono attivati anche i servizi sociali del Comune in provincia di Palermo e si cerca di rintracciare i parenti del 49enne che di tanto in tanto se ne prendevano cura. Ora è un uomo libero che ha bisogno di assistenza in attesa di essere trasferito in Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Vi entrerà con due anni di ritardo, trascorsi agli arresti domiciliari seppure non avesse colpa alcuna. Ha scontato la sua pena da malato e innocente.
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Il Messaggero