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I RILIEVI
Un nuovo legale serviva per forza, e con urgenza, perché oggi verranno effettuati nuovi rilievi nell'appartamento dove viveva la coppia. Innanzitutto verrà cercata l'arma del delitto, finalmente individuata su ammissione dell'indagato. Secondo quanto riferito da lui stesso durante l'interrogatorio di convalida, infatti, quel maledetto coltello si trova in un ceppo, mimetizzato tra altri, sopra al frigorifero della casa di via Novella, a Senago. Altri rilievi tecnico-scientifici saranno poi effettuati nel box e nella cantina dell'appartamento, dove Impagnatiello avrebbe nascosto il corpo di Giulia per quattro giorni, prima di sbarazzarsene a poche centinaia di metri da casa, in via Monte Rosa, dietro ad alcuni garage. Troppi elementi ancora non tornano e gli inquirenti sono al lavoro per tentare di ricostruire ogni frammento dell'agghiacciante omicidio.
Durante gli interrogatori, Impagnatiello si è contraddetto più volte e la sua versione risulta confusa sotto diversi aspetti.
I VIDEO
Nei video della notte dell'omicidio, soltanto a poche ore di distanza da quando Impagnatiello aveva ucciso Giulia e il bimbo che portava in grembo, lo si vede rientrare a casa alle 3.14. Otto minuti dopo, l'uomo viene ripreso mentre esce di nuovo, stavolta con un involucro sotto il braccio: «Verosimilmente un lenzuolo bianco o plastica delle dimensioni di 50 centimetri circa», che gli sarebbe servito per avvolgere il cadavere della compagna, sottolineano gli inquirenti. Il filmato è stato acquisito dai carabinieri della squadra omicidi del nucleo investigativo di Milano, nell'inchiesta in cui Impagnatiello è accusato di omicidio pluriaggravato, soppressione di cadavere e procurato aborto. All'alba l'uomo è stato immortalato mentre carica in auto due sacchi di plastica, di cui uno sembra contenere i vestiti, forse proprio quelli sporchi del sangue di Giulia. Ma di video ne servono altri, per arrivare alla verità.
LE ANALISI
Allo stesso modo adesso è indispensabile esaminare nuovamente l'appartamento e le scale per le quali il 30enne avrebbe trascinato il corpo di Giulia. Al momento, infatti, gli inquirenti non escludono la possibilità che un complice possa averlo aiutato a nascondere il cadavere. Il giorno dopo l'omicidio, l'arrestato andava a sporgere denuncia, dicendo ai militari di aver visto la fidanzata per l'ultima volta quella mattina stessa.LA FAMIGLIA
I genitori di Giulia non hanno mai creduto che la giovane potesse aver deciso semplicemente di andarsene. «Fin da subito sono stati insospettiti spiega il loro legale, Giovanni Cacciapuoti dal fatto che la figlia non rispondeva al telefono e il convivente era vago». Già dall'inizio «hanno temuto questo tragico epilogo». I familiari sono stati sentiti ancora una volta dagli inquirenti, così come l'addetto alle pulizie del condominio che aveva notato della cenere all'interno della casa. Nel frattempo proseguono anche le ricerche del cellulare di Giulia, che Impagnatiello dice di avere gettato in un tombino.
«È stato un gesto imponderabile dice l'avvocato dei familiari -, se solo avessero sospettato un'evoluzione del genere sarebbero corsi a prendere Giulia». I parenti «dovranno soffrire ancora lungamente per arrivare a dare una degna sepoltura a Giulia e suo figlio».
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Il Messaggero