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MILANO Alle due e mezza di pomeriggio di sabato 27 maggio, il giorno dell'omicidio, l'amante di Alessandro Impagnatiello telefona a Giulia Tramontano. «Mi sono presentata, ma lei sapeva già chi fossi», mette a verbale la ragazza. Si accordano per incontrarsi all'Armani Bamboo, tema di discussione il fidanzato in comune che proprio in quel momento stava preparando drink dietro al bancone. Ma tutto avviene con tranquillità, con un sentimento di comunanza: «Perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo. Tant'è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile».
SPAZZOLINO Giulia Tramontano, 29 anni, uccisa a coltellate da Impagnatiello con il bambino che sarebbe nato tra due mesi, stava con il compagno da quattro anni e mezzo. A giugno 2022 lui conosce l'altra ragazza, cominciano a frequentarsi: «Io all'inizio sapevo che aveva una fidanzata, ma poi lui mi disse che si erano lasciati verso dicembre e gennaio, nel periodo in cui avevo scoperto di essere incinta». Quando Giulia era via, Alessandro ospitava l'amante nella casa di Senago. «Vedevo le sue cose in bagno e le foto di lei in salotto sopra i mobili. In bagno notavo i trucchi, il doppio accappatoio, lo spazzolino. Ovviamente non era un segreto che lei vivesse lì». Quando lui le annuncia che si sono separati, i segni della presenza della fidanzata vengono fatti sparire. «Delle volte notavo alcuni dettagli, tipo la piastra dei capelli in bagno, ma Alessandro mi diceva che alcune volte Giulia tornava per prendersi le sue cose. Mi ha spiegato che non sapeva se si fosse trasferita a Milano o a Napoli». Menzogne che poco alla volta la ragazza smaschera: la vacanza a Ibiza della coppia, il finto test del Dna con il quale lui vuole dimostrarle di non essere in padre di Thiago.
«Ho temporeggiato per raccogliere prove e metterlo alle strette, avevo anche iniziato da un po' a registrare le conversazioni tra me e lui.
IL BAMBINO Giulia se ne va dall'Armani ancora più salda nella sua determinazione di rompere con il compagno. «Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio, che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva ancora se fosse andata a Napoli dai suoi genitori, sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago per parlargli e lasciarlo. Mi disse di non preoccuparmi e mi ringraziò». La ragazza invece è in ansia per la giovane, si offre di ospitarla, la sera le scrive ma a rispondere con freddezza - «Lasciami stare» - è Impagnatiello, che l'ha già uccisa. Alle 23,29 parlano per nove minuti, lei chiede di Giulia e lui dice che è a dormire da un'amica, Alessandro vuole vedere l'amante. «Le sue richieste erano talmente pressanti che a casa dal lavoro mi ha riaccompagnato un collega», racconta. L'aspetta alla fermata del tram, lei entra nell'appartamento di nascosto e gli parla dalla grata del ballatoio. «Lui insisteva perché lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura». Secondo il gip Angela Minerva rischiava di essere l'altra vittima: dopo avere ucciso Giulia, Impagnatiello sperava di proseguire la relazione, lei però «lo aveva allontanato frustrando (nuovamente) le sue aspettative».
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