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GEMONA DEL FRIULI - Un delitto, che lascia poco da dire e che ha scosso tutta la comunità, quello di Gemona del Friuli, dove questa mattina, giovedì 31 luglio, è stato ritrovato il cadavere di Alessandro Venier. Il suo corpo è stato fatto a pezzi e sepolto con la calce in un bidone, poi, nascosto nel garage della casa in via dei Lotti, dove viveva insieme alla moglie di 30 anni e la figlia di 6 mesi. A macchiarsi del reato di omicidio, secondo le prime informazioni, sarebbero state proprio la compagna e la mamma di Alessandro che lavora come infermiera.
La neonata a chi è stata affidata?
La piccola di sei mesi è stata affidata ai Servizi sociali comunali.
I vicini cosa hanno detto?
I vicini di casa attoniti per questa tragedia, prima di esprimere giudizi vogliono capire chi delle due donne si assumerà la responsabilità del delitto e in che modo sono coinvolte anche nelle fasi successive alla morte, nell'occultamento del cadavere. Intorno alle 13.40, il magistrato di turno ha autorizzato la rimozione delle spoglie, che sono state trasferite nel più vicino centro di medicina legale, dove si svolgerà l'autopsia.
Cosa è successo?
«Invito tutti alla massima cautela: stiamo valutando ogni singolo aspetto di questa vicenda e serve ampliare gli orizzonti e analizzare nel dettaglio le ricostruzioni fornite dalle persone coinvolte, per attribuire correttamente le singole responsabilità". Lo ha detto all'Ansa la sostituta procuratrice di Udine, Claudia Danelon, in relazione all'efferato delitto di Gemona. «Il quadro della vicenda famigliare è abbastanza complesso - ha aggiunto - ma occorre completare tutti gli accertamenti, medico e scientifici, per poter confermare in tutto o in parte le ammissioni delle persone che si sono auto accusate del delitto». Da ambienti investigativi filtra anche che le due donne avrebbero escluso la premeditazione nel loro gesto, che sarebbe avvenuto al culmine di una discussione per futili motivi. Il decesso risale ad alcuni giorni fa, ma non è stato accertato in quale stanza della casa sia avvenuto: nell'autorimessa dove c'era il corpo non c'erano tracce di una colluttazione. Secondo indiscrezioni il cadavere sarebbe stato segato in tre parti.
La vittima non sarebbe mai stata riconosciuta dal padre, un uomo che, secondo quanto si apprende, sarebbe un cittadino straniero. E' per questa ragione che Alessandro Venier portava il cognome della madre, Lorena Venier. La donna ha oggi 62 anni. La compagna invece della vittima si chiama Marylin Castro Monsalvo ed ha 30 anni.
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