Nessuno è romano da sette generazioni

Nessuno è romano da sette generazioni
nun fa er romano da sette generazioni co me eh! @dueditanelcuore «Io sono romano da sette generazioni». Ogni tanto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
nun fa er romano da sette generazioni co me eh!


@dueditanelcuore





«Io sono romano da sette generazioni». Ogni tanto qualcuno se ne vanta. Pare che il vero cittadino indigeno sia solo quello che può dichiarare l'integrità genetica capitolina fino all'ultimo sestisavo (così in italiano si chiama il nonno del nonno del bisnonno). Questa delle sette generazioni è un’immagine che fa sempre effetto, ma se ci fermiamo a riflettere ci rendiamo conto che la frase si scontra con la logica e il senso comune. Proviamo a fare due conti. Ogni persona ha due genitori e quattro nonni, poi ci sono otto bisnonni e, salendo ancora per l'albero genealogico, si arriva a sedici trisnonni, o arcavoli come tecnicamente si chiamano in italiano (ma a Roma nessuno userebbe mai la parola “arcavolo”, anche perché arriverebbe subito lo spiritoso pronto a precederla con un “grazie”). E ancora ci sono trentadue quadrisavi (o bisarcavoli che dir si voglia), sessantaquattro quintisavi (o quintavoli), e infine centoventotto sestisavi (altrimenti detti arcibisavoli). Totale, una tribù di 254 persone che, secondo il presunto romano di sette generazioni, sarebbero nate tutte nella stessa città. In mezzo a loro neanche un marchigiano, un viterbese, un frascatano, una guardia svizzera. Una tesi poco credibile e anche piuttosto temibile, perché in un'ascendenza così omogenea sarebbe inevitabile trovare parentele incestuose e consanguineità azzardate, come succedeva un tempo nelle famiglie reali. Molto meglio allora il sangue misto. Il popolo romano nacque da un incrocio tra latini, sabini, etruschi, cui nei secoli successivi si mescolarono greci, galli, sassoni, iberici, africani e ancora molte altre etnie. Per questo conquistò il mondo.



pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero