Una contestazione senza via d’uscita. Il presidente della Lazio Lotito da un parte, i tifosi dall’altra. Una situazione complicata che sta degenerando. Andando avanti...
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Mea Culpa della Nord: «A differenza di Lotito, noi ammettiamo i nostri errori. Col Milan abbiamo agito d'impulso, dopo il divieto all'ingresso degli striscioni di sabato pomeriggio. Abbiamo sbagliato la comunicazione e disorientato i tifosi».
Chi domenica sera lasciava subito lo stadio, chi lo abbandonava a fine primo tempo: «Decidere di non entrare a poche ore dalla sfida col Milan ha preso alla sprovvista molti. Stasera prenderemo una decisione definitiva. La nostra intenzione rimane quella di disertare l'Olimpico sino a fine stagione, anche se un'altra corrente di pensiero preferirebbe restare e protestare dal vivo. Ci sarebbe anche una terza via, ma la finalità rimane unica: Lotito, libera la Lazio». E' una voce senza tregua, s'alza pure quella di Scarcelli, autore di “Non mollare mai”: «Ritiro ufficialmente il mio inno. Risuonerà all'Olimpico soltanto quando saremo liberi da Lotito». La Voce della Nord smentisce l'oltranzismo: «Lui dice che non stiamo andando in serie B? Se navigassimo nelle zone alte della classifica e alla Lazio ci fossero campioni, non ci sarebbe nessuna protesta». L'ironia di Vincenzo D'Amico: «Grazie Lotito per la radio, la tv e per il pullman. Bisognerebbe però metterci qualcuno sopra».
E l'ex compagno Felice Pulici: «I tifosi non meritano questo trattamento della lazialità». Deleteria la censura dell'interrogatorio della Curva: «Sono state bloccate domande lecite al presidente e poi è entrato lo striscione Seedorf boia».
A proposito: i buu al tecnico rossonero interpretati dal giudice Tosel “non razzisti”, ma “a titolo personale”. Nessuna squalifica dunque: multa di 40 mila euro alla Lazio. Senza colpa.
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Il Messaggero