Da Mimun a Mazza, da Pulici a D'Amico
«La situazione degenera, Lotito cambi»

Da Mimun a Mazza, da Pulici a D'Amico «La situazione degenera, Lotito cambi»
di Alberto Abbate e Daniele Magliocchetti
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Martedì 25 Marzo 2014, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 15:19
Una contestazione senza via d’uscita. Il presidente della Lazio Lotito da un parte, i tifosi dall’altra. Una situazione complicata che sta degenerando. Andando avanti in questo modo non si va da nessuna parte, bisogna trovare una soluzione al più presto. «Non sono un tifoso del presidente di una società di calcio – prova a spiegare il direttore del Tg5 e tifoso biancoceleste Clemente Mimun - ma della mia squadra che è la Lazio. E’ lui il presidente e con lui bisogna parlare. L’atmosfera è brutta e non fa bene a nessuno, ma se ci sono quarantamila persone contro una, è più semplice che ragionino i quarantamila o l’unica persona in questione? E’ Lotito che deve fare il passo in avanti e spero lo faccia alla svelta, magari insieme a gente come Nesta o Zoff. E’ questa la prima cosa da fare, più del mercato estivo». Nell’ambiente laziale non si riesce a capire come uscire dall’impasse: «Credo che contro il Milan sia stata la mia ultima gara allo stadio. Andare all’Olimpico mi rilassava, ora non più, a fine partita pensavo solo a questo e non ai due punti persi con i rossoneri». Anche il direttore della testata sportiva della Rai Mauro Mazza è dello stesso avviso: «Il nostro presidente deve cambiare il suo atteggiamento nei confronti della gente e della storia della Lazio che spesso offende e non riconosce, ma questo club c’era prima del suo arrivo. Deve essere onesto con la gente, umile e riconoscere i suoi errori e se riuscirà a fare questo, in un solo colpo porterà la stragrande maggioranza dei contestatori dalla sua parte. Ci vuole poco, ma deve essere fatto altrimenti finisce tutto». Chiude l’attore e doppiatore Pino Insegno: «Antipatico o simpatico che sia, se riuscisse veramente a fare una Lazio che compete ad alti livelli, la gente tornerà allo stadio a tifare e la contestazione si placherà».





Mea Culpa della Nord: «A differenza di Lotito, noi ammettiamo i nostri errori. Col Milan abbiamo agito d'impulso, dopo il divieto all'ingresso degli striscioni di sabato pomeriggio. Abbiamo sbagliato la comunicazione e disorientato i tifosi».

Chi domenica sera lasciava subito lo stadio, chi lo abbandonava a fine primo tempo: «Decidere di non entrare a poche ore dalla sfida col Milan ha preso alla sprovvista molti. Stasera prenderemo una decisione definitiva. La nostra intenzione rimane quella di disertare l'Olimpico sino a fine stagione, anche se un'altra corrente di pensiero preferirebbe restare e protestare dal vivo. Ci sarebbe anche una terza via, ma la finalità rimane unica: Lotito, libera la Lazio». E' una voce senza tregua, s'alza pure quella di Scarcelli, autore di “Non mollare mai”: «Ritiro ufficialmente il mio inno. Risuonerà all'Olimpico soltanto quando saremo liberi da Lotito». La Voce della Nord smentisce l'oltranzismo: «Lui dice che non stiamo andando in serie B? Se navigassimo nelle zone alte della classifica e alla Lazio ci fossero campioni, non ci sarebbe nessuna protesta». L'ironia di Vincenzo D'Amico: «Grazie Lotito per la radio, la tv e per il pullman. Bisognerebbe però metterci qualcuno sopra».

E l'ex compagno Felice Pulici: «I tifosi non meritano questo trattamento della lazialità». Deleteria la censura dell'interrogatorio della Curva: «Sono state bloccate domande lecite al presidente e poi è entrato lo striscione Seedorf boia».

A proposito: i buu al tecnico rossonero interpretati dal giudice Tosel “non razzisti”, ma “a titolo personale”. Nessuna squalifica dunque: multa di 40 mila euro alla Lazio. Senza colpa.



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