Lotito: «Nelle curve prostituzione e spaccio, sono zone franche, serve tolleranza zero»

Lotito: «Nelle curve prostituzione e spaccio, sono zone franche, serve tolleranza zero»
«Nelle curve si è creata una zona franca, si deve sapere che c'è spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Per estirparle occorrono processi per direttissima...

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«Nelle curve si è creata una zona franca, si deve sapere che c'è spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Per estirparle occorrono processi per direttissima e tolleranza zero». Claudio Lotito, presidente della Lazio, contestatissimo dagli ultrà biancocelesti, spiega all'Ansa la sua ricetta per estirpare il fenomeno del tifo violento e sottolinea che per questo «il daspo non basta».




«In un Paese civile, fermo restando il comportamento corretto della stragrande maggioranza delle tifoserie, non si può consentire una sorta di moratoria negli stadi dove sono stati catalogati come tifosi dei delinquenti che devono piuttosto essere sottoposti al codice penale», ha proseguito Lotito.



«Per fronteggiare questa situazione serve intanto una fase preventiva, che porti a educare i giovani a riscoprire la cultura della legalità e i valori dello sport - ha spiegato il presidente della Lazio -, attività a cui devono partecipare anche le squadre. Oggi i giovani ricorrono invece alla logica del branco per avere un'identità forte, spesso in contrasto con il sistema».



«In secondo luogo - ha proseguito Lotito - non si può consentire che negli stadi esista una zona franca. Anche i delinquenti sono tifosi e spesso approfittano di questa situazione. Occorre sapere che nelle curve allignano spaccio di droga, merchandising falso e prostituzione. Inoltre si raccoglie la manovalanza per altri atti di violenza che avvengono magari durante manifestazioni per motivi sociali».



«Non si può consentire che esista una zona franca - ha ribadito il presidente biancoceleste -, bisogna applicare le leggi, emanare norme più rigide, avere la certezza della pena e adottare i processi per direttissima. Il Daspo non basta, è una sanzione amministrativa che a certi soggetti non crea alcun problema. Quel che serve è la tolleranza zero». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero