Per 35 anni vive con una garza nella pancia dimenticata dopo un intervento: 70enne denuncia la regione

Per 35 anni vive con una garza nella pancia dimenticata dopo un intervento: 70enne denuncia la regione
Avrebbe vissuto per 35 anni con un corpo estraneo nell'addome, lamentando dolori e sottoponendosi e esami e interventi, sentendosi pure diagnosticare un tumore, per poi...

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Avrebbe vissuto per 35 anni con un corpo estraneo nell'addome, lamentando dolori e sottoponendosi e esami e interventi, sentendosi pure diagnosticare un tumore, per poi scoprire che i medici, appunto 35 anni prima, si erano dimenticati di estrarre una garza durante un'operazione.




È il calvario denunciato da un settantenne della Bassa Modenese che, assistito dall'avvocato Mario Marchiò, ora ha chiesto al giudice civile un risarcimento di 230mila euro (ma con gli interessi ultratrentennali la cifra supera i 500mila) a Regione Emilia-Romagna e all'assicurazione dell'Ausl modenese. Lo scrivono i quotidiani locali.



La garza sarebbe stata dimenticata, a giudizio del legale, nel 1976, quando l'uomo fu operato per un'ulcera. Dopo l'intervento iniziò a lamentare dolori, che lo costrinsero a sottoporsi a numerose visite. Nel 1982, dopo diverse gastroscopie, la diagnosi fu di 'gastrite cronica e polipi iperplasticì. Fu curato e fece altri controlli. Nel 1989 gli fu diagnostica un'infiammazione alla base dei polmoni con un 'addensamentò. Nel 2011 fu ricoverato per un'occlusione intestinale. In quella occasione fu individuata la massa, considerata 'di sospetta natura tumoralè. Di nuovo operato, il 16 dicembre 2011, in sala operatoria i medici si accorsero che non c'era un tumore, ma una garza.



«Se le negligenze mediche sono ormai prescritte dal punto di vista penale, e nessuno pagherà mai con una condanna - spiega il legale al Resto del Carlino - la causa civile, invece, può essere intentata perchè la prescrizione parte da quando è stato scoperto il danno, in questo caso nel 2011. Il mio cliente ha rischiato la morte e oggi convive con le conseguenze di quel drammatico errore».
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Il Messaggero