A Roma, la commissione di epurazione giornalistica commina a Guglielmo Giannini la "sospensione di un mese, col significato di censura solenne". Stanco della dittatura fascista e...
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dell'intromissione della politica nella vita dei privati cittadini, ma anche del ritorno dei partiti tradizionali, Giannini si mise a capo di un movimento chiamato Fronte dell'Uomo Qualunque, il cui motto era "non ci rompete più le scatole": nel 1944 nacque il settimanale dell'Uomo Qualunque (che ebbe una tiratura media di 800.000 copie). Poco dopo nacque anche il partito. Il movimento, che avrebbe generato una nuova pseudo-ideologia politica, chiamata appunto "qualunquismo", ottenne il 5,3% dei voti alle elezioni politiche del 1946, potendo così contare su 30 deputati all'Assemblea costituente, tra cui lo stesso Giannini. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero