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Aveva sferrato un pugno in faccia alla madre che non aveva voluto consegnargli 40 euro. Per tale motivo un disoccupato di 36 anni di Veroli era finito sotto processo per lesioni e tentata estorsione. Nei giorni scorsi la pena è stata ridotta in Appello. In primo grado l'uomo era stato condannato a tre anni di carcere. Adesso invece i giudici capitolini hanno decurtato la pena a due anni e sei mesi di reclusione più 500 euro di multa. Ciò perché l'avvocato difensore Roberto Capobianco avrebbe dimostrato l'insussistenza di alcune aggravanti. I fatti risalgono al giugno del 2022 quando l'uomo aveva dato appuntamento alla madre nei pressi di un bar lungo la Monti Lepini a Frosinone. Siccome viveva da solo la genitrice sovente si occupava di lavare e stirare la sua biancheria. Quel giorno la donna doveva consegnare al figlio i suoi indumenti freschi di bucato. Ma all'uomo quelle premure non bastavano. Ogni volta che vedeva la madre finiva sempre per discutere perché non elargiva il denaro che lui richiedeva .
Quel giorno, la donna, esasperata da quelle continue richieste di soldi era stata irremovibile. E dopo averlo rimproverato duramente gli aveva detto a muso duro che non gli avrebbe dato nemmeno un euro. Tanto quel denaro l'avrebbe speso dentro a qualche bar a bere con gli amici. Ma a quel rifiuto il 36enne si era trasformato in una belva inferocita. Così senza pensarci nemmeno un secondo aveva sferrato alla madre un pugno in pieno volto costringendola a rivolgersi ai medici del pronto soccorso di Frosinone per essere curata. Da lì la denuncia per lesioni e tentata estorsione che hanno portato il disoccupato verolano alla condanna.
Marina Mingarelli© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero