Va al Pronto soccorso per un dolore alla spalla, torna casa e muore: disposta l'autopsia

Va al Pronto soccorso per un dolore alla spalla, torna casa e muore: disposta l'autopsia
È mistero ad Anagni sulle cause della morte di Mirco Cisbaglia, 39 anni, residente a Tufano. Il giovane è venuto a mancare per un malore nel tardo pomeriggio di...

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È mistero ad Anagni sulle cause della morte di Mirco Cisbaglia, 39 anni, residente a Tufano. Il giovane è venuto a mancare per un malore nel tardo pomeriggio di giovedì presso l'ospedale di Frosinone. Una tragedia che ha gettato nello sconforto tutta la comunità, già colpita dalla morte del fratello di Mirco, Matteo Cisbaglia, deceduto nel 2012 ad appena 21 anni in seguito ad un incidente stradale.


Sulla morte di Mirco i parenti hanno annunciato di voler andare a fondo, chiedendo un esame autoptico, che verrà effettuato stamattina, ed il sequestro di tutte le cartelle cliniche. Ieri pomeriggio, in una denuncia-querela contro ignoti inviata al Procuratore, i genitori e la compagna hanno dato la loro versione dell'accaduto. Mirco si era recato al pronto soccorso dell'ospedale di Alatri per un dolore alla «spalla destra», e gli era stato consigliato di rivolgersi ad un ortopedico. In seguito «nella notte a cavallo tra il 19 ed il 20 febbraio», Mirco era stato riaccompagnato ad Alatri perché «si sentiva male»; dopo la seconda visita era stato riaccompagnato a casa alle prime ore del mattino del 20 febbraio.

Poco dopo le 8 però, «sempre più sofferente», il giovane è stato portato all'ospedale di Frosinone. Dove è stato sottoposto a nuovi esami visto che «la situazione degenerava sempre di più». In seguito Mirco ha subìto «un blocco renale» ed è deceduto alle 19.30 del 20 febbraio. Una catena di eventi. Di qui la decisione di presentare querela contro ignoti. Nella denuncia i parenti hanno sollecitato «un esame autoptico» ed «il sequestro delle cartelle cliniche». L'autopsia verrà effettuata stamattina. I parenti di Mirco Cisbaglia si sono affidati agli avvocati Giuseppe de Luca e Daniele Mieli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero