Bristol Myers Squibb di Anagni vuole vendere lo stabilimento, ore di ansia per i 700 dipendenti

Bristol Myers Squibb di Anagni vuole vendere lo stabilimento, ore di ansia per i 700 dipendenti
La Bristol Myers Squibb «sta valutando la potenziale vendita del sito di Anagni ad una terza parte». Dopo più di cinquant’anni (venne inaugurato nel...

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La Bristol Myers Squibb «sta valutando la potenziale vendita del sito di Anagni ad una terza parte». Dopo più di cinquant’anni (venne inaugurato nel 1966), lo stabilimento farmaceutico simbolo, assieme ad altri, della stagione industriale nella città dei papi ed in tutta la provincia di Frosinone, e che attualmente occupa quasi 800 operai, è con tutta probabilità destinato a cambiare proprietario. Se questo accadrà davvero, con quali tempi, e se avrà delle conseguenze a livello di numero di occupati, è ancora troppo presto per dirlo, visto che l’operazione andrà avanti per tutto il 2019. Quello che è certo è che l’intenzione di vendere c’è. E, come ha detto uno dei sindacalisti presenti ieri mattina all’incontro che ha ufficializzato la cosa, «è la fine di un’epoca». Quella in cui l’industria era parte fondante dello sviluppo e del benessere economico della zona.


IL VERTICE
La riunione con la quale la dirigenza Bristol Myers Squibb ha reso noto ai sindacato le proprie intenzioni si è svolta ieri mattina, dopo una serie di voci diffusesi negli ultimi tempi; voci che avevano indotto i sindacati a chiedere, appunto, un incontro chiarificatore. Nell’incontro, i rappresentanti dell’azienda hanno espresso le criticità della situazione. Tra queste, i «cambiamenti del business», il «progressivo calo dei volumi». Di qui la decisione di valutare la potenziale vendita ad un altro proprietario. Nel prosieguo dell’incontro, i sindacati hanno chiesto poi dettagli sui potenziali acquirenti e sulla durata del processo che potrebbe portare alla vendita. Premendo perché tutto sia subordinato «alla presentazione di un piano industriale credibile» soprattutto in termini di «sicurezza» per i posti di lavoro attualmente garantiti. L’azienda ha chiarito che già «nei prossimi mesi» consulenti e «potenziali acquirenti» visiteranno lo stabilimento. L’operazione è, in ogni caso, in una fase iniziale; e le pratiche andranno avanti per tutto il 2019. L’azienda ha poi ribadito che «nessuna decisione finale è stata presa» e che «qualunque ipotesi alternativa ad un compratore affidabile che valorizzi le opportunità del sito risulta prematura». Parole che non spazzano però l’incertezza .

LE REAZIONI

I sindacati, a margine dell’incontro, hanno ribadito il loro ruolo di controllo e di monitoraggio costante degli sviluppi dell’intera operazione. Soprattutto, ovviamente, per salvaguardare l’aspetto occupazionale, primario in una zona che, negli ultimi anni, ha perso migliaia di posti di lavoro. «La notizia è arrivata anche a me. Mi risulta che ci sa in ballo due possibili acquirenti, che dovrebbero rilevare lo stabilimento anagnino. Ci auguriamo tutti che i posti di lavoro attualmente garantiti dallo stabilimento possano essere confermati», ha detto nel pomeriggio di ieri il sindaco di Anagni Daniele Natalia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero