San Gennaro e l'abbazia: una storia lunga 80 anni. Quando il tesoro arrivò a Cassino

Durò appena cinque mesi la conservazione del "Tesoro di San Gennaro" nell'Abbazia di Montecassino, dal 26 maggio al 19 ottobre 1943. Per l'arrivo della...

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Durò appena cinque mesi la conservazione del "Tesoro di San Gennaro" nell'Abbazia di Montecassino, dal 26 maggio al 19 ottobre 1943. Per l'arrivo della guerra a Napoli in quegli anni burrascosi la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro decise di portare il Tesoro in un posto sicuro, ossia l'Abbazia di Montecassino per i buoni rapporti con i monaci benedettini. E invece anche il monastero divenne un luogo a rischio. E così iniziarono le lunghe e complesse peripezie per mettere in salvo non solo il Tesoro di Napoli, ma anche i notevoli tesori artistici di Montecassino. Di questi avventurosi trasferimenti per salvare beni storici inestimabili se ne è parlato sabato scorso al convegno "San Gennaro a Montecassino", per un doppio appuntamento dedicato alla storia del trasferimento del Tesoro durante la seconda guerra mondiale, che si è tenuto a Napoli nella Cappella del Tesoro di San Gennaro e che proseguirà all'Abbazia di Montecassino il prossimo 2 dicembre.

LA VISITA

Per raccontare una storia di 80 anni fa sono giunti a Napoli Dom Luca Fallica, Abate di Montecassino, e Gaetano de Angelis Curtis, Presidente del Centro Documentazione e Studi Cassinati e ricercatore storico presso l'ateneo cassinate, che ha parlato dei "Beni culturali a Montecassino: proprietà, deposito, prelievo, riconsegna, recupero." E Mons. Doriano Vincenzo De Luca e con le letture di testi scelti a cura di Bruno Tammaro Iannelli e la visita guidata al Museo del Tesoro di San Gennaro.

L'incontro si è aperto con i saluti di Riccardo Carafa d'Andria, Vice Presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, di Mons. Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro. Una mattinata di studi che parte dal focus sul ruolo avuto dalla Soprintendenza in tempo di guerra nella tutela, protezione e salvaguardia dei beni culturali e nell'organizzazione del piano di sgombero del patrimonio delle chiese e dei musei.

LA RICOSTRUZIONE

Il 26 maggio 1943 partirono sull'auto del Vicepresidente della Deputazione della Cappella, Stefano Colonna, tre casse sigillate con i preziosi del Tesoro di San Gennaro. La scelta del sito fu dettata, oltre che dal personale rapporto di fiducia di Colonna con i monaci, dalla convinzione che l'Abbazia fosse uno dei luoghi più sicuri d'Italia. Ma il 14 ottobre 1943 due ufficiali tedeschi avvisarono l'Abate di Montecassino, Gregorio Diamare, che l'Abbazia era in pericolo e che sarebbe stata distrutta.
I monaci sarebbero dovuti andare via per mettersi in salvo e bisognava immediatamente pensare allo sgombero e al ricovero delle opere d'arte, dell'archivio e della biblioteca. Iniziò una colossale operazione di imballaggio dei beni pronti a partire per Roma per essere messi al sicuro. Il 19 ottobre 1943 partirono i primi convogli con opere che furono depositate prima nel convento di sant'Anselmo, poi a San Paolo fuori le mura e finalmente in Vaticano. Il trasferimento di tutti i beni terminò a novembre, solo pochi mesi prima del bombardamento e della distruzione dell'Abbazia, avvenuti il 15 febbraio del 1944.


Gli alleati erano erroneamente convinti che all'interno del monastero ci fossero soldati tedeschi. Il Tesoro tornerà a Napoli solo il 5 marzo del 1947, dopo la guerra, con le casse perfettamente integre e sigillate, un vero miracolo di San Gennaro. Hanno raccontato l'Abate Fallica e lo storico De Angelis Curtis. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero