"R'Entra", dall'ospitalità alla riscoperta delle antiche tradizioni

"R'Entra", dall'ospitalità alla riscoperta delle antiche tradizioni
 R'entra alla scoperta di case, oggetti e ricordi nel cuore di Acuto. Ci sono tanti modi per restituire la funzione sociale appartenuta in passato ai centri storici...

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 R'entra alla scoperta di case, oggetti e ricordi nel cuore di Acuto. Ci sono tanti modi per restituire la funzione sociale appartenuta in passato ai centri storici mantenendone e rispettandone l'identità. Per rivivere il centro storico di Acuto è sceso in campo il cuciniere della Colline Ciociare, Salvatore Tassa, nella sua funzione di presidente di una nuova associazione. «R'Entra è una associazione culturale nata allo scopo di salvaguardia, tutela e sviluppo del centro storico» ci spiega Tassa, chef pluripremiato e innamorato del territorio di cui interpreta la tradizione culinaria mescolandola con le nuove tendenze. Il primo evento ideato dalla nuova realtà associativa si terrà domani  sabato 30 luglio, ad Acuto.

IL PROGRAMMA

L'appuntamento si chiama R'Entra, che in dialetto significa entra, come invito all'ospitalità e all'inclusione. L'evento si articola in una prima parte, con inizio domani, alle 17 lungo il corso centrale chiamato anche Borgo, e comprende la visita di alcuni siti storici tra cui il forno e la cantina dove, nei primi anni del XIX secolo, avvenne il primo miracolo di Santa Maria de Mattias fondatrice della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Alle 18.30, attraversando l'arco della Porta, l'ingresso del paese, inizierà la manifestazione vera e propria. Sono in programma visite a siti storici passando attraverso vicoli e piazze accompagnati da guide turistiche che illustreranno i siti aperti. Si potrà entrare in case, cantine, cisterne e ammirare, ad esempio, Casa Carubina, «La porta di Lisa era sempre aperta ricorda Tassa - Lei era sempre sulla finestra a salutare, ad invitare in casa chiunque passasse». Ad attendere i visitatori anche Casa Sandrone, Casa Giulio Petricchio, Casa Carubina. Tutti, compresi i bambini, sono invitati a partecipare indossando il costume ciociaro: la camicia bianca, lo scialle, il fazzoletto copricapo, la gonna lunga, la parananza, il corpetto o la fascia nera, mentre per gli uomini camicia bianca, gilet, bandana rossa e cappello di paglia. Sia gli uomini che le donne non potranno non indossare le ciocie, i tipici calzari simbolo della Ciociaria. Alle 20 cena nella piazza storica di San Nicola, dove c'è il belvedere di Acuto, fino all'arrivo della ciociara che percorrerà i vicoli al suono delle fisarmoniche e poi tornerà in piazza per concludere la festa con il ballo finale detto ballarione. «Cercheremo di dare un'emozione aggiunge Salvatore Tassa per riportate indietro nel tempo chi ha già un passato e per far rivivere ai giovani la vita di tanti anni fa che oggi è stata dimenticata».


Annalisa Maggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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Il Messaggero