Follia al Pronto soccorso di Frosinone, distrugge tutto con un estintore e semina il panico tra i pazienti: arrestato un 43enne di Alatri

L'uomo ha anche aggredito gli agenti che tentavano di bloccarlo

Follia al Pronto soccorso di Frosinone, distrugge tutto con un estintore e semina il panico tra i pazienti: arrestato un 43enne di Alatri
Un’alba da incubo all’ospedale “Fabrizio Spaziani” di Frosinone dove un paziente ha dato in escandescenze e armato di estintore ha ferito un medico e un...

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Un’alba da incubo all’ospedale “Fabrizio Spaziani” di Frosinone dove un paziente ha dato in escandescenze e armato di estintore ha ferito un medico e un poliziotto. Momenti di panico puro seminato dalla furia di uno dei ricoverati, un immigrato di orgini polacche di 43 anni residente ad Alatri. I fatti sono accaduti nelle prime ore del mattino. Secondo una ricostruzione, l’uomo era ricoverato nell’Obi, l’Osservazione Breve Intensiva del Pronto Soccorso.

Improvvisamente è salito al quarto piano della struttura ospedaliera dopo aver afferrato un estintore, che per legge deve stare a portata di mano, e una sbarra. È qui che ha aggredito il neurochirurgo di turno colpendolo sulla testa con l’estintore. Il colpo sarebbe stato sferrato con violenza. L’estintore è esploso e la polvere ha invaso il reparto investendo le altre persone presenti, anche dei reparti vicini, che sono state medicate. Referti sarebbero stati compilati anche per operatori di urologia e chirurgia.

Dopo il gesto la sua furia non si è placata. L’uomo è corso all’ingresso principale dell’ospedale. Un atteggiamento minaccioso con chiunque. E la rabbia si è sfogata anche sulle cose. Si è scagliato anche contro un distributore automatico di merendine danneggiandolo e anche contro altri arredi. Una volta all’esterno ha procurato danni anche alle auto parcheggiate nelle vicinanze.

LE TESTIMONIANZE

Atterrito il racconto di chi si è trovato faccia a faccia con il paziente furibondo. «Me lo sono trovato davanti nell’atrio mentre prendevo il caffè, ha cercato di aggredirmi ma sono riuscito a scappare. Fortunatamente. Era alto due metri. Al neurochirurgo ha spaccato l’estintore in testa, poi l’estintore è esploso. Tutti bianchi di fumo. Un macello».

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato che hanno cercato di calmare il paziente, comprendendo che potesse trattarsi di una crisi legata ad una patologia o ad un farmaco. Ha aggredito anche un poliziotto ferendolo ad un braccio. Il 43enne è stato arrestato.

LE REAZIONI

La notizia ovviamente si è presto diffusa tra gli operatori sanitari e gli altri pazienti riportando alla mente precedenti episodi di aggressione avvenuti negli ospedali. Anche in provincia di Frosinone è l’ultimo di una serie. “La sicurezza del personale medico e sanitario delle nostre strutture ospedaliere, oltre che degli agenti di polizia che presidiano i Pronto Soccorso è un tema assolutamente prioritario da affrontare con il nuovo commissario straordinario della Asl di Frosinone, la dottoressa Sabrina Pulvirenti, che tra pochissimi giorni prenderà servizio nel nostro capoluogo” ha commentato la presidente della VII Commissione regionale Sanità del Lazio, Alessia Savo a seguito dei fatti avvenuti ieri mattina. «Come presidente della Commissione regionale Sanità ma anche come medico – ha aggiunto esprimendo solidarietà al medico e ai poliziotti - comprendo e condivido la preoccupazione e le paure del personale medico e infermieristico e delle nostre strutture: troppo spesso si trovano ad essere diretti bersagli di atti ed episodi di violenza all’interno di ospedali e Pronto Soccorso».

La sicurezza, prosegue la Savo, «sarà uno dei temi chiave e prioritari che affronterò personalmente con il nuovo commissario straordinario che a brevissimo assumerà la guida della Asl di Frosinone. Quotidianamente leggiamo e siamo testimoni di situazioni ed episodi sconcertanti di aggressione fisica e verbale nei confronti di medici e paramedici, in corsia o nelle sale d’aspetto dei Pronto soccorso: la qualità dell’offerta sanitaria non può in alcun modo prescindere dalla salvaguardia di chi è continuamente esposto a gravi rischi personali per assicurare cure, assistenza e dignità a quanti si rivolgono alle strutture pubbliche».

 

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Il Messaggero