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IL MONITO
«Basta aggressioni in ospedale», è stato il messaggio del presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Frosinone, Gennaro Scialò, che ieri mattina ha ricevuto Nicoletta Palombo infermiera in servizio al pronto soccorso di Cassino che, dopo l'ultima aggressione, si è resa protagonista di un'esternazione social diventata virale e condivisa anche dalla Asl di Frosinone. «L'Opi Frosinone ha fatto proprio il pensiero della collega sul grave episodio avvenuto a Cassino», ha spiegato Scialò, che poi ha aggiunto: «Abbiamo ricevuto nella nostra sede la collega Nicoletta Palombo, alla quale abbiamo esternato la nostra posizione in merito alle continue aggressione nei confronti dei professionisti che sono in prima linea.
Nelle ultime ore abbiamo appreso che presto verranno riattivati i posti di polizia, anche se le modalità e la tempistica ancora non ci sono state formalmente comunicate, e questo non può che farci piacere, ma il tema è un altro: i cittadini devono sapere che c'è un'organizzazione all'interno dei reparti che va rispettata e ci sono professionisti in quel pronto soccorso che svolgono al meglio il proprio ruolo.
LO SFOGO
«In pronto soccorso - ha spiegato, invece, Nicoletta Palombo - si fornisce tempo a chi non ne ha. In pochi minuti e con pochi elementi a disposizione, è necessario effettuare diagnosi complesse e trattamenti tempestivi ed adeguati. L'unico imperativo è correre per garantire assistenza con dedizione e competenza in primis a quanti sono vittima di vere e proprie emergenze, quali un infarto cardiaco, un ictus, una emorragia incontrollata, un trauma grave. Quando una persona si presenta in pronto soccorso le viene assegnato un codice indicativo dell'urgenza del trattamento nell'area di triage dopo una attenta valutazione da parte di un professionista». Forte è la questione degli accessi impropri: «Sono numerose le persone che ogni giorno si presentano in pronto soccorso anche in assenza di reale emergenza, ciò comporta: allungamento dei tempi di attesa, sovraffollamento, disagio per chi ha urgente bisogno di assistenza e, non ultimo, conseguenze negative sui professionisti, sempre più spesso vittime di violenza».Rosaria Piscopo, consigliera dell'Opi Frosinone, ha affermato: «Capiamo benissimo che il pronto soccorso è un luogo altamente ansiogeno sia per i pazienti sia per i familiari ma ci sono persone, professionisti, che lavorano con dedizione. Non è giusto ferire, fisicamente e moralmente, chi svolge il proprio lavoro. Ogni episodio violento turba l'ambiente di lavoro, il servizio che offriamo e offende i professionisti».
Vincenzo Caramadre
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Il Messaggero